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Dal 2015 reddito minimo anche in Italia: di 600 euro

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ROMA (WSI) – Un reddito minimo garantito di almeno 600 euro per chi non ha lavoro anche in Italia, unico paese in Europa insieme a Ungheria e Grecia a non avere una misura simile.

Il disegno di legge del MoVimento 5 Stelle, a prima firma Nunzia Catalfo, per l’introduzione del reddito sarà sottoposto all’esame della commissione Lavoro del Senato, che incomincerà a studiare il dossier dal 3 dicembre. Due mesi dopo potrebbe approdare in aula.

Le coperture finanziarie arriveranno dall’aumento della tassazione sui giochi – come il Lotto e i giochi numerici a totalizzazione nazionale – e dalla rimodulazione degli aggi. Se ci si basa sul rapporto 2014 dell’Istat, si scopre che una misura di sussidio del genere da erogare a tutti i residenti che vivono con meno di 780 euro al mese costerebbe 15,5 miliardi di euro.

Il risultato di oggi è ancora solo il primo passo per l’iter legislativo, che potrebbe portare all’imposizione di un’entrata mensile anche per chi ha perso il lavoro, ma il movimento fondato da Beppe Grillo e Gianroberto Casaleggio già esulta.

“Il reddito di cittadinanza – dicono i senatori M5S- non è più utopia. Il Movimento 5 Stelle dimostra che se si vuole, tutto si può fare. Con il reddito di cittadinanza restituiamo dignità a chi oggi non ce la fa ed è fuori dal mondo del lavoro: nessuno deve rimanere indietro”.

In realtà non si tratta di un reddito di cittadinanza, come lo chiamano i pentastellati, dal momento che una simile misura prevederebbe l’esborso di una somma a tutti i cittadini residenti e sarebbe una missione impossibile trovare le coperture, stimate in 90 miliardi.

Il governo Renzi aveva già previsto di agganciare alla riforma del mercato del lavoro, il discusso Jobs Act, una misura di sussistenza di base del genere, considerata come importante fattore d’inserimento nella società dei cittadini più poveri.

Ad avere diritto del reddito minimo garantito sarebbero tutti i maggiorenni residenti in Italia con cittadinanza italiana che non hanno più un posto di lavoro o che non riescono a rimanere sopra la soglia di povertà. La proposta del M5S prevede acnhe un salario minimo garantito che deve essere di almeno 9 euro l’ora.

Chi trarrà giovamento del sostegno economico – che dovrebbe essere di 600 euro netti secondo la proposta del M5S – dovrà però, se non è in età pensionabile, dimostrare di cercare attivamente lavoro. Stando alla bozza del M5S (vedi testo sotto) i centri di impiego proporranno infatti offerte di lavoro ‘congrue’ al profilo del candidato, che se si rifiuterà di accettare di sostenere colloqui e partecipare alle attività di formazione consigliate non potrà più usufruire della somma. Il beneficiario dovrà anche partecipare attivamente alla ricerca del lavoro e recarsi una volta a settimana al centro per l’impiego territorialmente competenti.

Entro sette giorni dall’iscrizione i beneificiari dovranno intraprendere il percorso di accompagnamento all’inserimento lavorativo. Chi percepirà il reddito minimo avrà inoltre l’obbligo di esercitare almeno 4 ore settimanali di volontariato nel comune di appartenenza e comunicare tempestivamente agli enti preposti ogni variazione della situazione reddituale che comporti la perdita del diritto a ricevere il sussidio.

In un paese dove regna la corruzione e centinaia di casi di lavoro in nero sfuggono ai controlli come l’Italia, il rischio è che i sussidi finiscano nelle tasche di chi non li merita, aumentando anziché diminuendo il gap e le ingiustizie sociali.

Leggi la proposta di legge del M5S per un reddito di cittadinanza, che prevede anche il salario minimo garantito di 9 euro.

(DaC)