Società

DAI CDS UN ASSIST A ENI E FINMECCANICA

Questa notizia è stata scritta più di un anno fa old news

Il contenuto di questo scritto esprime il pensiero dell’ autore e non necessariamente rappresenta la linea editoriale di Wall Street Italia, che rimane autonoma e indipendente.

(WSI) – Lo direste che Enel è più a rischio di fallimento di Telecom Italia? E che una polizza antidefault su Edison è più cara di qualsiasi contratto di copertura sul debito delle principali banche italiane? Invece è proprio così, almeno stando a quando scontato nelle quotazioni dei credit default swap (Cds). L’andamento del costo di queste polizze di protezione sul default del debito di una società, ad esempio su scadenze a cinque anni, è ormai diventato un utile strumento di supporto per prendere decisioni di investimento anche sulle azioni. Una sorta di termometro del rischio.

PREVISIONI. L’uso dei Cds tra gli istituzionali come indicatore sullo stato di salute di una società è esploso dopo che il default swap ha dimostrato di essere stato forse l’unico strumento in grado di prevedere il fallimento di Lehman Brother. Attenzione però. Questo non vuol dire che oggi venga usato per capire chi sarà il prossimo a saltare. Non solo, almeno. È invece utilizzato per confermare la valenza di segnali buy o sell su un titolo. Comprare un’azione di una società quando il relativo Cds è in salita o è ancora al di sopra dei massimi delle settimana precedente potrebbe poi rivelarsi una mossa azzardata.

Hai mai provato ad abbonarti a INSIDER? Costa meno di 1 euro al giorno. Clicca sul
link INSIDER

CHI MERITA CREDITO… Prendiamo ad esempio Finmeccanica. È il miglior titolo dell’S&P/Mib da inzio anno, con addirittura un +9,09% (sulla chiusura di giovedì 23) da far invidia a qualsiasi portafoglio. Ebbene, analizzando il comportamento del relativo credit default swap arriva l’ok: il titolo merita credito. Il costo della polizza antidefault a cinque anni è sceso senza esitazione dal pericoloso picco a 450 punti base fin sotto quota 200. Una pagella in così forte miglioramento da parte del mercato del credito, da lanciare un segnale di conferma positivo sull’azione.

Altro titolo che riceve disco verde dalle quotazioni dei Cds è Eni. Ma non è sempre stato così. Anche il campione petrolifero nazionale ha attraversato un periodo negativo durato tutto il mese di dicembre: verso la chiusura del 2008 la copertura per 10 milioni di euro di debito del Cane a sei zampe è arrivata a costare 145mila euro, cioè 145 punti base. Un valore che a livello assoluto sembra ottimo. Ma se si pensa che sei mesi fa valeva appena 40 punti base, si capisce quanto fosse negativo per lo stato di salute della società (e della sua azione) osservare il Cds più che triplicato. Da qualche settimana il costo è invece sceso sotto la soglia dei 100 pb. E non per niente Eni è una delle azioni più resistenti a Piazza Affari, qualità che conserverà per i prossimi mesi a condizione che il Cds non cominci a risalire. Tra chi sta ritrovando la strada virtuosa, spiccano poi Generali e Mediobanca. Anche se forse su quest’ultima gli scambi sui Cds appaiono troppo scarsi per avere valenza.

… E CHI RICHIEDE PRUDENZA. Ma non tutti sono promossi dal mercato del credito. Anzi. A parte le banche che sono un discorso a sé, ci sono diversi nomi nella lista degli osservati speciali. Con alcuni nomi eccellenti. Su tutti Enel. L’utility, impegnata anche sul lato finanziario nel risolvere la partita Endesa (i cui Cds si muovo ormai in linea a quelli di Enel) sta vedendo lievitare i costi dei credit default swap relativo al proprio debito. Il prezzo delle coperture hanno addirittura superato il picco di dicembre e sono balzate a 632 pb, un livello impensabile solo pochi mesi fa. Quindi meglio restare alla finestra anche sull’azione fino a che il Cds non comincerà a scendere. Segnali di allarme che suggeriscono prudenza lampeggiano pure su Stm e Telecom Italia. Mentre ormai da tempo sono accesi per i soliti Seat Pg, Banca Italease e Fiat.

Copyright © Borsa&Finanza. All rights reserved