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Da Obama a Lady Gaga, il 13 agosto si festeggia “Giornata dei mancini”

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ROMA (WSI) – Più fantasiosi. Imprevedibili. Ma più capaci ad adattarsi. E qualcuno dice anche più bravi a letto. E’ il popolo dei mancini, ovvero quel 10-12% di uomini e donne che vanta nomi tutelari come Michelangelo e Leonardo, Einstein e Mozart, Carlo Magno e Napoleone, e che il 13 agosto in tutto il mondo festeggerà la 38/a Giornata Internazionale dei mancini.

Un moto d’orgoglio, proclamato per la prima volta nel 1976 dalla Lefthanders International, da parte di chi si trova suo malgrado a vivere in un mondo ostinatamente orientato a destra.

Forbici che non tagliano perché hanno la lama affilata dall’altra parte, mani che si sporcano d’inchiostro ogni volta che si scrive su un foglio, incarti di ghiaccioli che si strappano solo da un lato, per non parlare di bottoni, chiusure lampo, pedali e marce delle auto, ferri da stiro, pulsanti per scattare una fotografia: anche se nessuna maestra costringe più nessun bambino a cambiare la propria mano dominante, vivere usando la sinistra è spesso una vera battaglia. Anche nelle parole.

In Italia ”far qualcosa con la mano sinistra” è da sempre sinonimo di sciattezza e superficialità. In Spagna, per invitare qualcuno a usare l’intelligenza lo si esorta a ”no ser zurdo”, cioè a ”non essere mancino”. Pure in francese ”gauche”, sinistra, è sinonimo di sgraziato e in inglese ”right”, destra, è ”giusto”.

Una persecuzione che non ha risparmiato nemmeno i ”grandi”. Tradizione vuole che Charlie Chaplin fosse un sopraffino violinista, ma essendo mancino non poteva suonare accanto a nessuno senza infilargli l’archetto nell’occhio. Jimi Hendrix da bambino fu costretto dal padre a imbrigliare il proprio talento in una chitarra per destrimani. E pure Ronald Reagan, da presidente dagli Stati Uniti, dovette imparare a firmare tutti i documenti con la destra.

E sì che, dicono gli scienziati, i mancini non solo sono sempre esistiti, ma (curiosamente) hanno sempre occupato la stessa percentuale di popolazione, con una spiccata prevalenza tra i maschietti. Il responsabile pare sia un gene, che già nell’embrione decide da che parte ci orienteremo. E siccome è ereditario, ecco che negli ultimi anni è nato un vero e proprio mercato di oggetti, acquistabili anche online, per rendersi la vita un po’ più facile. Si va dai temperamatite alle penne stilografiche e poi apribottiglie, mouse e portafogli, tutti per mancini. Intanto nello sport il mancinismo ha cominciato ad essere considerato un vantaggio, dalla scherma al calcio.

Complice poi quell’emisfero destro predominante (quello cioè dove risiederebbe la creatività, l’immaginazione, il senso dello spazio ecc) i mancini molte cose le saprebbero fare meglio, come memorizzare, creare e parlare in pubblico. Secondo il National bureau of economic research statunitense, gli uomini che scrivono con la sinistra hanno anche una busta paga più ricca dei destrimani: in media del 15%. Proprio per l’uso dell”’altra” mano, i mancini poi si fanno poi notare prima e, grazie alla maggiore versatilità, sarebbero più abili anche tra le lenzuola.

E allora al motto di ”Celebrate your right to be left-handed”, mercoledì a festeggiare saranno più di 700 milioni di persone. Tra loro anche il presidente Obama e Fidel Castro, il nostro Valentino Rossi e Claudio Amendola, una donna di certo creativa come Lady Gaga e divi di Hollywood come Robert Redford, Nicole Kidman, Tom Cruise, Robert De Niro, Julia Roberts. nello sport, campioni come Rud Gullit, Michel Platini e John McEnroe. E poi Paul McCartney e Ringo Starr, la Regina Elisabetta e il principe Carlo, Bart Simpson e Kermit the frog. E se fossero ancora con noi, anche Marilyn Monroe e Greta Garbo, Kurt Cobain e Ayrton Senna.

Qualcuno si spinge oltre, fino a sostenere che pure Dio, colui che tutto l’universo creò, doveva essere mancino. Chissà. Però è vero che la leggendaria ”mano de Dios”, quella con cui Diego Armando Maradona, il 22 giugno 1986, segnò lo storico goal all’Inghilterra dei Mondiali in Messico, beh, anche quella fu una mano sinistra.
(ANSA)