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DA OBAMA $850 MILIARDI DI STIMOLO ALL’ECONOMIA USA

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(WSI) – Tassi di interesse: in area Euro i tassi di mercato sono scesi con il tasso a due anni che si è portato sotto il 2% ed il dieci anni sotto il 3%. La sessione di ieri è stata caratterizzata da un andamento piuttosto contrastato dei listini azionari che hanno chiuso intorno alla parità e da un’elevata volatilità sul mercato dei cambi.

In Gran Bretagna il vice governatore della BoE, Bean, in un’intervista a FT, non ha escluso la possibilità che il tasso di riferimento venga portato a zero come negli Usa e che possano essere effettuate nuove iniezioni di liquidità.

In area Euro invece Weber, non ha escluso la possibilità che il tasso di riferimento scenda sotto il minimo storico del 2%. Oggi alla fine della riunione di metà mese della Bce potrebbe essere annunciato la riduzione del tasso sui depositi presso la Bce così come ipotizzato da Trichet nei giorni scorsi. In serata inoltre i ministri delle finanze si riuniranno a Parigi per un consiglio Ecofin informale per discutere della situazione economica e finanziaria.

In mattinata gli operatori resteranno in attesa della pubblicazione dell’indice Ifo, per poi attendere l’apertura del mercato statunitense. Sul decennale il supporto si mantiene a 2,94%. Negli Usa tassi di mercato ancora in calo soprattutto sul segmento decennale in prossimità della soglia del 2%.

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Sul mercato azionario ha pesato soprattutto la performance negativa del comparto utility. La trimestrale di Morgan Stanley ha evidenziato una perdita superiore ai 2Mld$ in seguito anche a svalutazioni di bilancio che hanno portato l’ammontare complessivo delle svalutazioni su scala globale al livello di 1000Mld$. Il titolo ha comunque chiuso la giornata in progresso di oltre il 2%.

I tassi di mercato continuano ad essere guidati dall’annuncio dell’inizio sostanziale del quantitative easing da parte della Fed, in un contesto in cui gli operatori continuano ad interrogarsi sulla profondità e l’estensione della fase recessiva. Un consigliere del neo presidente Obama ha quantificato in 850Mld$ l’ammontare del piano necessario per supportare l’economia. Nel frattempo oggi la Fed potrebbe annunciare nuove misure nel comparto delle carte di credito, per limitare gli incrementi di tasso e di commissioni applicati, oltre ad allungare i tempi concessi ai debitori prima di applicare penali. In questo contesto, il percorso dei tassi decennali sembra sempre più configurarsi come un lungo periodo di oscillazione attorno al livello centrale del 2%.

Valute: Dollaro ancora in forte deprezzamento verso Euro. Il movimento ha registrato un’accelerazione da quota 1,41 verso 1,44 dopo la pubblicazione dei dati sul deficit di partite correnti che nel terzo trimestre ha raggiunto il livello di 174Mld$. In prospettiva, potrebbe ritornare l’attenzione degli operatori su tale disavanzo alimentato in buona misura dal deficit commerciale, dal momento che l’easing quantitativo potenzialmente riduce l’effetto compensativo derivante dall’avanzo della bilancia dei capitali.

Occorre anche notare che durante il lungo trend di deprezzamento del Dollaro in atto dal 2000 in poi, in diversi casi si è assistito ad un movimento di forte deprezzamento del Dollaro negli ultimi giorni dell’anno. Il cross potrebbe ora provare a stazionare all’interno del range 1,42-1,47. Prosegue l’apprezzamento dello Yen vs Dollaro che si è spinto fino a 87,15.

Successivamente si è leggermente deprezzato in seguito alle parole del ministro delle finanze giapponese Nakagawa che ha dichiarato di essere pronto ad intervenire sul mercato valutario per limitare l’apprezzamento dello Yen. Verso Euro il cross ha superato la resistenza 126,30, adesso nuovo supporto. Qualora terminasse la giornata odierna al di sopra del supporto citato, sarebbe possibile avere un’estensione del movimento rialzista fino alla resistenza 129,25 (media mobile esponenziale a 60 giorni).

Materie prime: fortissimo calo del greggio Wti sotto soglia 40$ per la prima volta da oltre 4 anni nonostante il taglio della produzione maggiore delle attese da parte dell’Opec (circa 2,46Mln barili). Sul ribasso ha influito lo scetticismo circa la possibilità che tutti i membri aderiscano effettivamente a tale impegno ed i dati sulle scorte Usa che hanno evidenziato l’11esimo rialzo delle ultime 12 settimane. Inoltre la volatilità è stata amplificata dall’imminente scadenza del contratto di gennaio. Contrastati i metalli industriali con il calo del rame (-1,5%) ed il rialzo dell’alluminio (+2,8%). Forte rialzo dell’oro (+3,1%) salito ai massimi delle ultime 9 settimane. Tra gli agricoli in rialzo il grano (+2,5%), debole il mais (-1,1%).

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