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(WSI) – Massimo D´Alema, dopo venticinque giorni di vacanze tra Croazia e Albania, apre qualche chilo di posta nel suo ufficio a “Italianieuropei” e s´imbatte subito nello statino dello stipendio da parlamentare europeo: 7.400 euro netti.
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Troppi? Troppo pochi?
«Prodi ha ragione a porre la questione del costo della politica. Gli stipendi dei politici non devono essere troppo diversi da quelli delle persone normali, non devono essere parametrati con quelli miliardari dei manager, perché chi fa politica deve metterci dentro anche la passione. Dei miei 7.000 e rotti euro, 2.000 vanno al partito. Ma sui costi della politica sono d´accordo con Prodi: attenzione al proliferare degli incarichi remunerati, che rischiano di produrre un eccesso di professionalizzazione politica».
Una coda del dibattito di agosto sulla questione morale, onorevole D´Alema, o del dibattito politico tout court, nel quale è stata segnalata una certa vostra afasia?
«Ma quale afasia, Fassino si è battuto come un leone, magnificamente, per tutto il mese».
Eppure, il professor Diamanti, vi giudica afasici, addirittura spaesati dopo l´eclisse dell´Ulivo.
«Capisco lo spirito del professor Diamanti, e lo ringrazio di essere preoccupato per noi, ma vorrei rassicurarlo: il nostro partito è in crescita di iscritti e di consensi. Vengo dalla Puglia, dove il governo del centrosinistra ha tolto i ticket per le fasce più deboli e le assicuro che questo vale molto di più di qualche fasulla rivelazione sulle scalate bancarie. I cittadini guardano come governiamo, la spinta delle elezioni regionali è intatta».
La base non coglie i sospetti dilagati di contiguità con il mondo dei grandi affari?
«Al contrario, la base è irritata per la campagna strumentale che ha segnato l´estate. Hanno scritto che dietro al “compagno Ricucci” nella scalata al Corriere c´ero io. Poi si è visto in modo inequivoco di che si trattava, ma nessuno mi ha chiesto scusa».
Beato lei che ha capito di che si trattava.
«Dietro alla scalata al Corriere c´è un altro ambiente, dell´altra sponda, come emerge chiaramente dalle intercettazioni telefoniche pubblicate dai giornali. Sono stati proprio i protagonisti dell´operazione a dire che era fatta contro la sinistra».
Berlusconi?
«Come tutti ormai sanno, compaiono personalità politiche straniere legate al presidente del Consiglio».
Non c´è una questione morale?
«L´espressione rievoca un periodo della nostra storia in cui le connessioni tra politica e affari erano giunte ad un livello patologico. Oggi non è così, anche se naturalmente bisogna tenere alta la guardia di fronte ai rischi. Quello che non è accettabile è l´uso strumentale di questa espressione per colpire il nostro partito per ragioni che non hanno nulla a che fare con la moralità ma che sono esclusivamente politiche. Il senso di questa polemica s´è colto in seguito, quando è venuto fuori il tema del centro. Come quando la fanteria è preceduta dai cannoneggiamenti. Prima aprono i bombardamenti contro di noi, poi arriva la fanteria del grande centro, pensando che i bombardamenti abbiano distrutto le nostre difese. Prima il cannoneggiamento, poi l´operazione politica. Peraltro di scarso respiro».
Non vorrà dire che il professor Monti parlando del terzo polo di centro fa la fanteria?
«Penso che l´intervento del professor Monti contenga una certa ingenuità e astrattezza. Per cui distinguo tra le intenzioni di Monti e l´uso che si fa delle sue parole. Lui parla di un centro liberale. Lo vorrei anch´io, come vorrei una borghesia liberale che però in Italia è sempre stata estremamente minoritaria. E un problema che ha radici storiche e non basta certo un´evocazione estiva per risolverlo».
Il vero centro siete forse voi?
«Se per centro s´intende senso di responsabilità, attenzione per le istituzioni e un´idea di bipolarismo mite, io ricordo che fummo noi a sollecitare un´ampia convergenza nell´elezione di Ciampi e che io stesso cercai la convergenza sulle riforme che, se si fosse realizzata, avrebbe reso il nostro bipolarismo, più simile a quello che c´è nelle grandi democrazie europee».
Rutelli dice che il centro è il cuore della battaglia.
«Il cuore della battaglia è nella conquista di quell´elettorato che di volta in volta sceglie la proposta politica più convincente».
Per questo vogliono rifare la Dc?
«Io continuo a pensare che ciò che è fondamentale per conquistare questo elettorato più incerto e moderato è la credibilità complessiva della proposta di governo del centrosinistra. Per questo ho sostenuto con convinzione il progetto di Prodi per fare dell´Ulivo una grande forza riformista. Il dibattito confuso di questa estate è anche purtroppo il frutto della battuta d´arresto subita da questo progetto politico. Ma l´Ulivo resta una necessità storica per questo paese ed è un progetto che non abbiamo certo abbandonato».
Lo ha detto a Rutelli?
«Ho visto che anche Rutelli è preoccupato per la piega che sta prendendo la competizione all´interno del centrosinistra. Guai se nel rapporto nelle forze produttive e nelle forze economiche del paese noi non ci presentiamo uniti dato che dovremo compiere scelte difficili. E se si apre una permanente dialettica interna queste scelte saranno ancora più difficili».
Ma qualcosa si muove a destra, Follini ha ruggito come un coniglio mannaro.
«Stimo Follini e credo abbia ragione a dire che ci vuole una svolta. Tuttavia devo rilevare che pur avendo predicato moderazione l´Udc ha dovuto avallare, magari turandosi il naso, le scelte peggiori di questo governo, comprese le leggine ad personam e la devolution».
Ma non è che i fautori del grande centro hanno invece un disegno più complesso? Prodi dura solo due anni sfiancato dai contrasti interni e da Bertinotti. A quel punto si fa un governo incardinato sui centristi, quelli di destra e quelli di sinistra.
«Se il disegno è questo, è velleitario. Sottovaluta innanzitutto quanto il bipolarismo sia radicato nella coscienza del paese. E in secondo luogo non ci si rende conto che è impossibile affrontare i problemi italiani senza l´apporto di una grande forza riformista moderna di ispirazione socialista come i ds. E poi noi abbiamo bisogno di una sintesi tra innovazione e giustizia sociale e solo una grande forza di centrosinistra può garantire questo».
Le primarie del centrosinistra sono state definite da Tabacci una seduta spiritica tra Prodi e Scalfarotto. Boutade di qualche pregio.
«Ma quale seduta spiritica! Le primarie possono essere uno straordinario evento democratico e guai a noi se non ci impegniamo per cogliere questa occasione».
Qual è la soglia di successo?
«Se vota un milione di persone e se si dà a Prodi la forza per unire il centrosinistra».
Onorevole D´Alema, i settori del capitalismo illuminato dicono che voteranno per voi, ma dovete dire cosa volete fare.
«Cos´è il capitalismo illuminato, l´Enel?»
Buona. No, il banchiere Profumo.
«Ho grande stima di Profumo e gli dico che noi già governiamo nelle regioni quasi tutto il paese, sappiamo cosa dobbiamo fare. La nostra opera di governo è efficace, da questa trarremo le scelte, l´elaborazione delle grandi priorità».
Sappiamo che il tema la inquieta, onorevole D´Alema, ma anche su Fazio è stata registrata un po´ d´afasia. Perché?
«Perché anche il dibattito su Fazio sì o Fazio no accresce il discredito del paese. In questa situazione, il capo del governo avrebbe dovuto chiamare il capo dell´opposizione e concordare le soluzioni con un passo congiunto. Ma questo non può accadere perché capo del governo è Berlusconi. Non sono reticente, è che è una discussione ridicola. Non si può sfiduciare il governatore in Parlamento, come chiede Enrico Letta, che io stimo. E una sgrammaticatura istituzionale, perché quello è un potere neutro e non si può buttare anche quello in politica».
Non c´entra Unipol-Bnl?
«Non c´entra nulla. E semmai anziché fare dibattiti su Fazio il compito del Parlamento sarebbe dovuto essere quello di provvedere subito ad una buona legge sulla tutela del risparmio che si è invece impantanata per responsabilità del governo. Su Unipol giudicheranno gli organismi competenti e il mercato. Unipol è un´azienda seria e gestita con grande efficacia. Posso capire che dia fastidio che le cooperative entrino nel salotto buono ma vorrei che si guardasse loro con rispetto. Sono una grande risorsa del paese che accumula ricchezza non in virtù di una legislazione di favore ma per la serietà e l´impegno e l´amore per il lavoro di tante persone. C´è quasi una “riserva di etica protestante” che forse può essere utile all´Italia».
Etica protestante? Ahi ahi, onorevole D´Alema, Andreotti e tanti altri dicono che Fazio è sotto attacco perché cattolico romano.
«Non credo che Fazio sia attaccato per motivi religiosi, e trovo vecchio lo schema della finanza cattolica e laica per leggere i conflitti che attraversano l´economia italiana di oggi».
Scusi se insisto, ma visto che tutta la politica italiana è adesso avvitata su questo: di Fazio che ne facciamo?
«Credo che il tema centrale della politica italiana sia restituire un futuro a questo paese. Io non difendo Fazio, ma qualsiasi soluzione deve essere ricercata avendo rispetto verso la Banca d´Italia. Se Berlusconi si comporta come ha fatto in passato, corriamo il rischio di trovarci Galliani governatore della Banca d´Italia».
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