(Teleborsa) – L’analisi del CSC si basa essenzialmente sulla dimensione delle posizioni lunghe nette non commerciali nei vari mercati delle commodity e sulla loro relazione con l’andamento delle quotazioni. Un altro indicatore esaminato è il numero di investitori non-commerciali, cioè di coloro che acquistano o vendono materie prime senza aver interesse a chiudere le operazioni con la consegna fisica della merce, ma semplicemente per guadagnare sulle variazioni dei prezzi. Il ruolo di quelle posizioni e il numero di questi investitori, sintomi degli investimenti di portafoglio in materie prime, sono piuttosto differenziati sui vari mercati. Per il petrolio, nel gennaio e poi nell’aprile 2010 le posizioni non commerciali lunghe nette hanno toccato nuovi massimi storici, superando il picco del 2008. Il riaccumulo di tali posizioni è iniziato in coincidenza con la risalita del prezzo del greggio, nei primi mesi del 2009. Le posizioni hanno ripiegato poi a maggio, sempre insieme ai prezzi. Anche il numero di investitori non commerciali si è mosso con i prezzi: è aumentato nel corso del 2009, toccando un nuovo record a novembre (132), per poi mantenersi fino all’aprile 2010 intorno a 116. A maggio è caduto a 97. Nel 2008 si era ridotto rapidamente, fino a un minimo di 69 a dicembre. Elaborazioni econometriche suggeriscono che prezzi in salita facciano entrare nuovi speculatori e la loro presenza (misurata attraverso le posizioni non commerciali lunghe nette) rafforzi i rialzi. Accade l’opposto con i prezzi in discesa, i quali innescano una speculazione al ribasso che accentua la velocità e la profondità della caduta. Il nesso causale tra posizioni speculative e prezzo è ben evidente durante le fasi rialziste del 2007-2008 e del 2009-2010. Anche se in quest’ultima il prezzo non è aumentato quanto sarebbe stato giustificato dall’incremento delle posizioni non commerciali; ciò sottintende che queste ultime attualmente stanno esercitando un sostegno della quotazione ancora maggiore in rapporto a quello dato dalle condizioni fondamentali di domanda e offerta fisiche. In effetti, il ruolo della speculazione nel far lievitare i corsi è ribadito dalle dinamiche del mercato fisico mondiale del greggio. Se nel 2009 la domanda ha tenuto meglio e poi è risalita più rapidamente della produzione, nella prima metà del 2010 l’offerta ha di nuovo superato la domanda. Di conseguenza, le scorte sono tornate a crescere, ma ciò non ha impedito al prezzo di lievitare ogni volta che le statistiche hanno alimentato le aspettative di una ripresa economica più rapida e solida. In altri termini, l’evidenza dell’ultimo anno conferma che gli afflussi di capitali finanziari sul mercato petrolifero non creano la tendenza dei prezzi, ma ne anticipano le svolte e la rafforzano.