Roma – Cosa ha portato l’argento, fino a pochi giorni fa oggetto di speculazioni aggressive, a perdere il 10% nell’arco di poche ore e a scivolare da $50 a $45 l’oncia circa? Ora il metallo prezioso sta riducendo le perdita, ma il trend rimane ribassista, dopo nove sessioni consecutive di rally; tanto che la flessione odierna, scrive Reuters, si conferma la peggiore in più di un mese.
Alcuni esperti spiegano la performance dell’argento con il mercato delle opzioni. Yingxi Yu, analista presso Barclays Capital, sottolinea infatti che gli investitori stanno prestando attenzione “alla scadenza delle opzioni”. E un trader di Singapore prevede che “il mercato rimarrà molto nervoso” e che importante sarà “vedere come andranno le cose dopo la scadenza di tali contratti”.
Ma oggi a essere depresse sono anche le quotazioni di altre commodities. Il motivo c’è e porta il nome di Ben Bernanke. C’è infatti grande attesa per le parole che saranno proferite domani, mercoledì 27 aprile, dal presidente della Fed, in concomitanza con la decisione sui tassi sui fed funds.
Il mistero è sulla sorte del QE2 e delle manovre espansive che l’istituto ha messo in atto per risollevare le sorti dell’economia Usa. Certo è che, “se da Bernanke arriveranno segnalazioni secondo cui non ci sarà nessuna manovra restrittiva sui tassi nel secondo semestre del 2001, allora le cose andranno piuttosto bene per i metalli”, afferma Yu.
Tali parole avrebbero infatti l’effetto di indebolire subito il dollaro, e dunque – per la relazione inversamente proporzionale che sussiste tra commodities e metalli preziosi da un lato e dollaro dall’altro lato – scatenare nuovi rialzi per le materie prime.
Detto questo, dopo tanti acquisti sul mercato dei futures sull’argento, c’è chi inizia a parlare di allarme argento, Fed o non Fed. Si tratta di Dian L. Chu, analista del mercato presso EconMatters.com, che afferma deciso che il metallo prezioso si trova in piena bolla speculativa. “Nessuno sa davvero per quanto tempo si protrarrà, e se l’argento salirà di altri $5, $10 o $20 dollari: sta di fatto che il risultato sarà lo stesso per gli investitori che stanno acquistando il metallo fisico sotto forma di monete. Quando la bolla esploderà, infatti, questi investitori avranno in portofoglio asset a dir poco svalutati”.
Di certo, fino alla scorsa settimana, le voci di manipolazione sul mercato in questione non sono mancate: d’altronde, l’argento ha fatto +154% in 12 mesi. Ma il merito di questo boom è da attribuire secondo Chu anche alla Fed. Se si guarda il grafico allegato, si nota infatti come il ciclo rialzista del metallo sia iniziato proprio quando, il 27 agosto del 2010, Bernanke ha dato indicazioni sulla possibilità di adottare una nuova manovra di quantitative easing, che è stata poi approvata e battezzata con la sigla ben nota di QE2.
E dunque, al di là di quello che dirà Bernanke, il mercato ora si interroga sulla domanda cruciale: cosa accadrà al metallo prezioso quando, rialzi dei tassi sì o no a parte, il QE2 terminerà?