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CROLLA ANCHE WALL STREET: DOW IN PICCHIATA PERDE 1000 PUNTI (-9.2%) POI RECUPERA 2/3 DEL CALO

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La borsa americana e’ stata travolta da un’ondata improvvisa di vendite, il Dow Jones e’ arrivato a perdere fino 998.50 punti, cioe’ -9.2%. A livello di punti e’ stato il peggior calo intraday di sempre mentre a livello di percentuali e’ stato il peggior calo dal crash dell’ottobre 1987. L’indice ha poi recuperato oltre 2/3 delle perdite, chiudendo a -347.80 punti. Nel momento di massimo ribasso Wall Street ha perso circa $1 trilione (1.000 miliardi) di capitalizzazione.

Guarda il Dow Jones mentre crolla quasi 1000 punti


Il crollo e’ stato in parte conseguenza diretta del caos finanziario in Europa, mentre le TV Usa trasmettevano in diretta gli assembramenti di folla nelle strade di Atene per protesta contro l’austerity della Grecia in quasi-default, il Dow Jones perdeva gia’ 150 punti. La volatilita’ (Indice VIX) e’ balzata di oltre il 60% sopra quota 40 ai massimi dal febbraio 1987 per poi achiviare la seduta a 32.90. Il Dow Jones ha avuto sbalzi di 400 punti al ribasso o al rialzo in 1 minuto, per poi recuperare la meta’ del terreno perso: sono bastati 15 minuti di paura per far perdere 700 punti per poi recuperarne 600 nei 20 minuti successivi, il grafico (vedi in home page WSI) ha la forma di un V molto ripida. E’ ancora da confermare la tesi di un possibile ordine sbagliato inviato da un trader in una grande banca Usa (si dice Citigroup). Certamente lo scenario macro incide sul sentiment negativo generale.

Il Dow archivia la seduta in calo di 347.83 a 10520.32 (-3.20%), il Nasdaq perde 82.65 punti a 2319.64 (-3.44%), l’S&P 500 cede 37.72 punti a 1128.15 (-3.24%). Con i cali odierni sono andati praticamente in fumo i guadagni del 2010: i tre indici sono in rialzo di circa l’1%.

Gli investitori istituzionali sono fuggiti dall’azionario sul mercato dei bond, dove da tutto il mondo si sono comprati titoli di Stato Usa, considerati porto sicuro in casi di tempesta finanziaria. Il prezzo dei T-Bond e’ salito di 5 punti, in parallelo si e’ verificato il maggior calo del rendimento dei Treasury dallo scorso luglio arrivando a toccare un minimo intraday al 3.29%. La minaccia di contagio globale e’ reale. L’ondata di sell e’ passata dai mercati azionari europei alla borsa di New York per la paura di un effetto domino della crisi del debito sovrano, dall’Europa al resto del mondo. L’euro ha accusato il piu’ forte ribasso da 14 mesi scendendo anche sotto 1.25 per poi risollevarsi. Il petrolio ha perso in pochi minuti il 6.7% crollando a $74.58, per poi riprendere un po’ di quota.

L’ondata di vendite e’ scattata all’improvviso, alle 2:40 p.m. di New York, facendo perdere al Dow Jones quasi 1000 punti in meno di 15 minuti. I trader parlano di ordini colossali di vendite su alcune blue chips del DJIA, tra cui Procter & Gamble, arrivata a perdere in pochi secondi -37% per poi tornare a risalire. Alla fine la perdita di P&G e’ stata -2.3%. Ribassi fortissimi anche per altri titoli come Accenture, azzerata ad un certo punto a penny stock, e GE (al bottom: -17% chiusura a -4.4%). Apple e’ letteralmente crollata a -22%, poi ha chiuso a -3.7%. Bofa e Hewlett-Packard hanno terminato a -4,5%. Alle 3:05 p.m. il Dow era gia’ alla fine della seconda gamba della V, avendo recuperato l’80% del calo.

Il futures (mini) sullo S&P 500 ha scambiato un valore nominale di oltre $16 miliardi di dollari in un quarto d’ora, un’enormita’ senza precedenti. Il crollo e’ stato amplificato dagli ordine automatici dei computer (“program trading”) scattati tutti insieme su certe soglie. Questi robot finanziari chiamati “high frequency trading” – a cui spetta fino al 60% del totale di quanto si scambia a New York – hanno aperto il diluvio delle vendite: un “panic selling” computerizzato che ha portato i volumi sul Dow ai massimi del 7 marzo 2009, due giorni dai minimi dell’anno scorso.

Secondo Bloomberg, sui mercati azionari elettronci Usa, Nyse in testa, sono stati cambiati in totale 29.4 miliardi di azioni, in raffronto ai 2.58 miliardi scambiati al Nyse in media ogni giorno. In tarda serata il Nasdaq ha comunicato che cancellera’ tutte le transazioni sopra o sotto la soglia del 60% tra le 2:40 p.m. ora di New York, immediatamente prima del crollo a candela e fino alle 3:00 p.m.

La giornata sull’azionario mondiale era cominciata molto male in Europa, con Milano la peggiore tra le maggiori borse UE (-4.27%). La situazione fiscale dei Paesi periferici dell’area euro e’ sempre piu’ critica. Intervenendo subito dopo la decisione della Banca Centrale Europea di mantenere lo status quo sui tassi della moneta unica all’1%, a Francoforte il presidente della BCE Jean-Claude Trichet ha voluto rassicurare sul pericolo di contagio della crisi fiscale greca, precisando che il Portogallo non e’ nella stessa barca. Nessuno degli investitori istituzionali ormai crede una sola parola di quel che dice Trichet.

Anche perche’ Moody’s ha lanciato un nuovo allarme, segnalando che la minaccia di un’espansione a macchia d’olio della crisi ellenica, che rappresenta una pericolo molto serio per i sistemi bancari dell’Europa periferica, potrebbe diventare “un tema comune”.

L’agenzia, che si e’ presa tre mesi di tempo per valutare se bocciare o meno il rating sul credito del Portogallo, ha detto che i sistemi finanziari dei PIIGS, cosi’ come del Regno Unito, insomma degli STUPID, stanno “spostando sempre piu’ il focus dei mercati”.

Nel frattempo il numero uno della Federal Reserve Ben Bernanke ha sottolineato che ci sono ragioni per essere ottimisti sull’outlook delle attivita’ di prestito degli istituti finanziari statunitensi.

Restando all’interno dei confini Usa, le richieste di sussidio di disoccupazione hanno deluso le attese, ma sono diminuite per la terza settimana di fila. Domani il governo annuncera’ le cifre relative al rapporto mensile sull’occuopazione nel settore non agricolo, da cui gli analisti si attendono in media la creazione di 187 mila posti di lavori e un tasso di disoccupazione invariato al 9.7%. La produttivita’ ha invece mostrato un rialzo del 3.6% nel primo trimestre, che e’ stato migliore del previsto.

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In Europa restano le proccupazioni sul debito sovrano di Grecia e altri paesi dell’Eurozona, Portogallo e Spagna in primis. Intanto S&P non ha commentato le voci che circolano nel mercato di una possibile bocciatura per l’Italia, dove la Borsa e in particolare le banche oggi sono crollati, bruciando 17 miliardi.

Non a caso l’euro continua ad indebolirsi contro il dollaro, segno che gli investitori continuano ad avere dubbi sulla reale capacita’ di Atene nel tenere fede a un piano di austerita’ approvato questa mattina. La valuta europea viaggia ai minimi di 14 mesi, colpita dalle parole di Moody’s sulla minaccia reale di un contagio della crisi del debito ellenico. Dopo essere scivolata sotto quota $1.27 per la prima volta dall’11 marzo 2009Al momento la valuta si e’ spinta ancora piu’ giu’.

A livello di notizie societarie, nel complesso deludono le vendite delle principali societa’ retail, come Target, Costco Wholesale e JC Penney, che in aprile hanno fatto peggio del previsto.

Ricapitolando, nel comparto energetico i futures del petrolio con consegna giugno hanno subito un calo del 3.75% (-$3) attestandosi a quota $76.97 al barile. Intre giorni ha perso circa il 10%. Sul valutario la moneta unica viaggia a $1.2610 (-1.56%). L’oro e’ volato del 2.93%, pari a $34.40 in area $1209. Il rendimento sul benchmark decennale si attesta al 3.3980% dal 3.5500% di ieri.