(WSI) – La Commissione europea proporrà oggi una tassa sulle banche europee che dovrebbe finanziare i potenziali salvataggi futuri delle istituzioni finanziarie. La conferma, dopo le indiscrezioni trapelate questa mattina, è arrivata dal presidente della Commissione, Jose Manuel Barroso.
“La Commissione farà domani una comunicazione sui fondi di risoluzione per il settore bancario finanziati dalle banche stesse, al fine di minimizzare il costo per i contribuenti di un intervento ordinario sulle banche insolventi”, ha sottolineato Barroso.
Non sono ancora noti i dettagli della proposta ovvero se la tassa debba calcolarsi sugli asset totali ovvero solo sulle liabilities al netto dei depositi e del patrimonio netto. Ma secondo le prime indiscrezioni la tassa potrebbe generare oltre 50 miliardi di euro di entrate all’anno.
In particolare, sarebbero tre le opzioni per la tassa sulle banche che dovrà finanziare i Fondi nazionali di gestione dei fallimenti: imposizione su depositi, asset o profitti; rigida separazione dal bilancio pubblico; ogni perdita dovrà essere sostenuta principalmente da azionisti, detentori di debito subordinato e creditori non assicurati.
La Ue è stata spinta a livello di G20 sull’ipotesi di un prelievo sulle banche per mantenere condizioni di parità tra le istituzioni finanziarie a livello internazionale ma, nonostante l’interesse generale, vi sono disaccordi tra i leader politici sulle modalità di raccolta e erogazione dei fondi.
Oltre la ferma opposizione del Canada, anche all’interno dell’Europa vi sono diverse idee sulla destinazione delle risorse che per alcuni Paesi dovrebbero essere indirizzate a sostegno dei conti pubblici, mentre per altri dovrebbero essere incanalate in soccorso alle banche in difficoltà.
Tassa sulle banche a parte, Barroso oggi ha criticato i leader tedeschi, sostenendo che sarebbe ”ingenuo” pensare di modificare il Trattato Ue solo nelle aree ritenute importanti dalla Germania e comunque Bruxelles non proporrà alcuna modifica del Trattato. Ferma quindi la presa di posizione del presidente della Commissione europea che ha inoltre espresso dubbi sulla proposta di Berlino di sospendere il diritto di voto ai membri di Eurolandia non virtuosi.
Il riferimento è alla richiesta della cancelliera tedesca, Angela Merkel, di modificare il Trattato Ue per rafforzare i controlli sui bilanci degli stati membri. In questo caso, ha spiegato Barroso, anche altri Paesi chiederebbero modifiche in altre aree. Quanto alla proposta della Merkel di sospendere il diritto di voto dei Paesi della zona euro che non riescono nel tempo a rispettare i propri impegni di bilancio, per Barroso il regolamento attuale delle procedure per deficit eccessivo già prevede questa possibilità.
Il numero uno della Commissione europea non ha risparmiato critiche ai leader politici tedeschi, sostenendo anche che non hanno fatto abbastanza per difendere l’euro e spiegare ai cittadini l’importanza della moneta unica. ”Gli uomini politici devono anche dire che l’economia tedesca andrebbe molto peggio senza l’euro”, ha proseguito, criticando pure la gestione della crisi greca da parte di Berlino e osservando che all’inizio il Governo tedesco ha dato l’impressione di non volere aiutare Atene.
”Vorrei che la leadership tedesca, indipendentemente se al governo o all’opposizione, se a livello nazionale o regionale, difenda la causa dell’Europa”, ha aupicato Barroso, lanciando l’ultima stoccata: ”l’euro non è stata un’invenzione della Grecia, dell’Irlanda o della Spagna: è stato un progetto franco-tedesco”.
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