
L’Italia aggiornerà le misure già adottate per mettere al sicuro le banche e i depositi alla luce delle indicazioni emerse dal vertice eurogruppo di Parigi. E, anche se il premier Silvio Berlusconi sarà a Washington, una riunione straordinaria del Consiglio dei Ministri si terrà a Roma nel primo pomeriggio, in contemporanea con analoghe riunioni di governo di tutti gli altri Paesi.
Ma non ci sarà necessità di altri interventi per recapitalizzare banche. “Riteniamo che dopo l’aumento di capitale di Unicredit non ci siano o non appaiano oggi delle necessità di ulteriori ricapitalizzazioni”, ha detto Berlusconi al termine del vertice di Parigi.
Il Cdm servirà anche per mandare un segnale deciso ai mercati, affondati nell’ultima settimana da vendite a go go. Perché anche se le misure saranno adottate dai singoli Paesi – ognuno nella propria autonomia, ognuno in modo differenziato – la simultaneità dell’intervento avrà lo stesso impatto di un intervento coordinato.
Il ministro dell’Economia Giulio Tremonti, reduce dalla maratona delle riunioni di Bruxelles, prima con i ministri finanziari del G7 poi con il presidente degli Stati Uniti, George W. Bush, è arrivato oggi a Milano da Washington. Ha così seguito con attenzione le notizie provenienti da Parigi, rimanendo in stretto contatto con il premier.
Solo mercoledì scorso il governo italiano aveva messo a punto quella che alcuni dei membri del G7 hanno definito la “valigetta degli strumenti” per intervenire sul sistema bancario. Pur sottolineando che si trattava di misure cautelative “perché le banche italiane sono sufficientemente patrimonializzate e liquide” il governo si era riservato di intervenire sul capitale della banche, in concorso con la Banca d’Italia.
Il decreto già approvato prevede in particolare che il ministero dell’Economia, anche in deroga alle norme di contabilità di Stato, possa sottoscrivere o garantire aumenti di capitale deliberati da banche italiane che presentano una situazione di inadeguatezza patrimoniale accertata dalla Banca d’Italia. L’intervento è possibile anche su richiesta delle singole banche in difficoltà.
Il progetto prevede l’acquisto di azioni privilegiate, senza diritto di voto, per periodi limitati. Il decreto, che non fissa l’ammontare dell’intervento, prevede che i fondi possano essere raccolti con riduzioni lineare delle dotazioni finanziari dei ministeri (senza però toccare le spese obbligatorie), tagliano i fondi a singole voci di spesa ma anche con l’emissione di titoli del debito pubblico.
Una delle richieste fatta dal vertice di Parigi ai singoli Paesi é proprio quella di esplicitare entro domani l’ammontare degli interventi che si intendono prendere. C’é poi la seconda faccia dell’intervento, quella che riguarda più da vicino i cittadini e le imprese.
In Italia, il fondo di tutela interbancario garantisce i depositi fino a 103.000 euro: anche su questo il governo ha aggiunto una propria garanzia. Ora arrivano garanzie anche sui prestiti. La crisi ha prodotto una restrizione del credito dalle banche verso i propri clienti. I tassi interbancari, sui quali si aggiornano le rate di pagamento dei mutui e dei prestiti, non sono scesi, ignorando l’intervento concertato delle principali banche centrali del mondo che la scorsa settimana hanno tagliato di mezzo punto il tasso di sconto.
L’obiettivo è quindi ora quello di favorire i prestiti ed evitare che i tassi interbancari possano diventare la cinghia di trasmissione della crisi dal sistema finanziario all’economia reale. Lo avevano detto sia Berlusconi sia Tremonti. “Le banche hanno i soldi ma devono metterli nelle imprese – aveva detto il ministro dell’Economia solo tre giorni fa – Su questo dobbiamo fare di più. Abbiamo aspettato la Bce, abbiamo aspettato un concerto europeo. Se c’é bene, altrimenti facciamo da soli in Italia le cose giuste”. E il “concerto” europeo, per dare garanzia sui fondi interbancari, è ora arrivato.(ANSA).