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CRISI: LA FED HA DECISO DI CREARE MONETA INFLAZIONANDO IL SISTEMA

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(WSI) – Tassi di interesse: in area Euro i tassi di mercato hanno continuato a scendere con il decennale che si è portato sotto il 3,2% ed il due anni in prossimità del 2%. Il differenziale ha registrato così un calo portandosi a 104 pb da 107 pb. Oggi a Bruxelles si riuniranno i ministri finanziari dell’Unione per discutere della proposta della Commissione di un piano di stimolo da 200 Mld€.


Ieri sera i ministri si sono accordati sulla tipologia di misure da adottare senza però fare alcun riferimento a cifre precise, decidendo comunque di non ridurre l’Iva così come deciso dalla Gran Bretagna. La Germania ancora una volta si è opposta a tagliare le tasse ed in generale ad adottare misure aggiuntive a quelle già varate, anche perché ha più volte ribadito che non intende aumentare il proprio deficit per risollevare l’economia europea dalla recessione. Ricordiamo che la Germania ha varato due pacchetti di aiuti per un totale di 31 Mld€ ovvero l’1,25% del Pil.


Intanto sul fronte macro le indicazioni restano negative. L’indice Pmi manifatturiero di novembre ha registrato un ulteriore calo rimanendo molto al disotto della soglia di 50. Le prospettive di crescita futura restano quindi negative e a tale proposito sono attese le stime di crescita ed inflazione della Bce che saranno rese note nella riunione di giovedì. Sul decennale il prossimo supporto si colloca al 3%.


Negli Usa tassi di mercato in fortissimo calo soprattutto sul tratto a lungo termine dopo il deludente indice Ism manifatturiero e soprattutto dopo le parole di Bernanke che riportiamo letteralmente: “la Fed potrebbe acquistare titoli di stato a lungo termine o agenzie direttamente sul mercato in quantità significative”.


Tale dichiarazione rende sempre più esplicito l’inizio della fase del c.d. easing quantitativo ossia della vera e propria creazione di moneta da parte della banca centrale effettuato direttamente mediante acquisto di Treasury. Si tratta di una manovra che fu adottata in passato dal Giappone a partire dal marzo del 2001 fino al marzo del 2006. Durante tale periodo e fino ad oggi, i tassi governativi nipponici decennali non si sono mai collocati al di sopra del 2%.

L’obiettivo della Fed pertanto è da un lato quello di cercare di inflazionare il sistema e dall’altro lato quello di tentare di contenere i tassi a lungo termine per amplificare l’effetto stimolo all’economia. Nel frattempo il NBER, l’istituto Usa che designa la durata dei cicli economici, ha dichiarato che l’attuale fase recessiva è iniziata dal dicembre del 2007.


Si tratterebbe pertanto di una fase recessiva più lunga rispetto alle ultime due sperimentate nel 2001 e nel 1990. Laddove si protraesse oltre aprile si tratterebbe della recessione più lunga dal dopoguerra ad oggi. Sul fronte societario è attesa per domani la presentazione del piano di salvataggio da parte degli ad delle tre aziende automobilistiche Usa.


Inoltre, per quanto riguarda il comparto finanziario, il Wsj riporta che la perdita trimestrale di Goldman Sachs nel trimestre concluso al 28 novembre, potrebbe essere pari a circa 2Mld$, 5 volte superiore dell’attuale consensus. Segnaliamo nel frattempo che questa notte la banca centrale australiana ha tagliato il tasso di riferimento di ulteriori 100 pb, portandoli ai minimi da 6 anni. Lo scenario di tassi molto contenuti sul segmento a lungo termine diventa sempre più verosimile.


Valute: Dollaro in apprezzamento verso Euro. Ancora una volta il forte calo delle borse ha contribuito ad aumentare l’effetto rimpatrio di capitali negli Usa con il conseguente beneficio per il biglietto verde. Continua ad essere valido il trading range in essere da circa un mese (1,2330-1,3080). I crolli delle borse hanno dato luogo ad un apprezzamento marcato dello Yen. Verso Dollaro il cross è calato sotto il supporto 93,57(adesso nuova resistenza).


Il supporto di riferimento successivo si colloca in area 92-92,50. Verso Euro il supporto più vicino si colloca a 116,44, con supporto fondamentale posto a 113,64. Questa notte la BoJ ha annunciato di allargare il range di collaterale accettato in cambio di finanziamenti alle banche commerciali per cercare di aumentare la liquidità sul mercato monetario. Continua a rimanere elevata la volatilità sullo Yuan cinese, anche se il cross vs Dollaro questa mattina si colloca su livelli inferiori rispetto ai massimi raggiunti ieri.

Materie prime: le forti vendite sui mercati finanziari di asset rischiosi hanno coinvolto anche le materie prime con solamente il gas naturale (+1,4%) in rialzo all’interno dell’indice GSCI. Il greggio Wti è sprofondato ai minimi degli ultimi 3 anni sotto i 48$/barile sulla scia del mancato accordo dell’Opec del fine settimana e timori circa la domanda futura. Tra i preziosi forte calo dell’oro (-5,1%) che non ha beneficiato della proprietà di bene rifugio. Cali più contenuti per i principali metalli industriali, mentre i ribassi sono stati più accentuati sugli agricoli, in particolare su grano (-6%) e mais (-4,8%).

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