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CRISI: INVESTIRE OPPURE USCIRE COMPLETAMENTE?

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*Pierpaolo Scandurra è Managing Director di www.certificatiederivati.it. I suoi commenti non implicano responsabilita’ alcuna per Wall Street Italia, che notoriamente non svolge alcuna attivita’ di trading e pubblica tali indicazioni a puro scopo informativo. Si prega di leggere, a questo proposito, il disclaimer ufficiale di WSI.

(WSI) – Sono passate piu’ di due settimane dal crack di Lehman Brothers e nonostante il piano di salvataggio approntato con urgenza dal Tesoro Usa, sui mercati finanziari l’aria è ancora molto pesante. La volatilità che si è impadronita dei listini azionari ha prodotto negli ultimi giorni dei saliscendi da cardiopalma.

E’ evidente che quando l’incertezza la fa da padrona non è facile per nessuno prendere delle decisioni sul da farsi. Tanto più quando ci sono in ballo dei soldi da investire. Una risposta al dubbio amletico ” investire o non investire” prova a fornirla un inedito certificato presentato in collocamento da Sal. Oppenheim. La proposta di investimento lanciata in sottoscrizione fino al 17 ottobre dalla maggiore banca privata tedesca fonde in un’unica struttura due delle tipologie di certificati più diffuse e trattate dagli investitori: quella dei certificati a capitale protetto e dei Bonus. In termini di diffusione si calcola che gli Equity Protection emessi per il mercato italiano siano al momento 464 mentre ammonta a 300 il numero di certificati Bonus in circolazione.

Numeri importanti se rapportati ai 1516 certificati di tipo investment attualmente quotati sul mercato SeDeX di Borsa Italiana e su altri mercati regolamentati. E ancora, se si guarda ai volumi, si scopre che la metà degli scambi dell’intero segmento SeDeX avviene mensilmente su queste due tipologie di prodotto. Ciò che fa preferire gli Equity Protection e i Bonus ai tanti certificati caratterizzati da strutture più complesse ed accessoriate è proprio la semplicità del meccanismo di investimento proposto alla scadenza. Nel caso dei certificati che proteggono il capitale si sa in partenza quanto si potrà perdere mentre investendo su un Bonus si sa esattamente quale sarà il guadagno minimo se il titolo o indice su cui il certificato è costruito non scenderà mai al di sotto di un livello prestabilito in fase di emissione.

Il CP90 Bonus ( dove CP sta per Capital Protect e 90 per la percentuale di capitale protetto a scadenza) unisce i due profili di rimborso e permette di considerare con sufficiente serenità l’ipotesi di ingresso sul mercato azionario italiano. Infatti, sapendo a priori che la perdita massima che si potrà subire sarà pari al 10% e che si potrà puntare al termine dei quattro anni di durata prevista su un guadagno minimo del 13,5% se nel corso della vita del prodotto l’indice S&P/MIB non sarà mai sceso più del 30%, i conti sono presto fatti.

Ma vediamo quali saranno il 31 ottobre 2012 i possibili scenari di rimborso ipotizzando che il livello di riferimento iniziale che verrà rilevato sull’indice in chiusura di seduta del prossimo 17 ottobre sarà pari a 26500 punti e che il Protect Level, altrimenti definito livello barriera, sarà fissato di conseguenza a quota 18550 punti ( pari al 70% dello strike). Se nel corso dei quattro anni l’indice delle 40 blue chip italiane non avrà mai violato il Protect Level si riceverà un rimborso pari ai 100 euro nominali maggiorati della percentuale più alta tra quella effettivamente realizzata dall’indice e il Bonus del 13,5%.

Pertanto se l’indice italiano dovesse trovarsi fra quattro anni in negativo, senza essere mai sceso di almeno 30 punti percentuali, si riceveranno in ogni caso 113,5 euro per certificato. Se l’indice dovesse invece segnare un progresso del 70%, salendo fino a quota 45050 punti, a prescindere da cosa sarà accaduto nel frattempo, si riceverà un importo di 170 euro per certificato, calcolato applicando al nominale di 100 euro l’intera performance positiva dell’indice. Lo scenario potenzialmente peggiore infine riguarderà l’ipotesi di violazione del Protect Level in un qualsiasi momento dei prossimo quattro anni. In tal caso, ferma restando la protezione dei 90 euro, il rimborso dipenderà dalla performance realizzata dall’indice.

Nella peggiore delle ipotesi possibili, ossia se verrà violato il Protect Level e l’indice terminerà alla scadenza del certificato in territorio negativo di almeno il 10%, il rischio massimo che si corre è dunque di perdere il 10% del capitale iniziale. Va tuttavia evidenziato che per godere delle due opzioni ( protezione e Bonus) si deve rinunciare a quattro anni di ricchi dividendi distribuiti dall’indice sottostante. Inoltre, data la tematica quanto mai attuale, è sempre opportuno prestare la massima attenzione al rischio emittente a cui ci si espone quando si decide di investire su un certificato. In sottoscrizione fino al 17 ottobre, con una commissione implicita massima del 4%, per il certificato verrà richiesta la quotazione sul SeDeX.

Per maggiori dettagli o informazioni vi invitiamo a scriverci sul Forum di WSI o a visitare il nostro sito specializzato www.certificatiederivati.it.

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