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CRISI, CROLLA ANCHE IL MERCATO DELL’ARTE

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(WSI) – Il mercato dell’arte è entrato in una fase di forte e meditata recessione. E’ questo l’indiscutibile verdetto giunto dalle due settimane d’aste newyorchesi, l’ultima delle quali dedicata all’arte contemporanea internazionale.

Nelle dieci vendite — tra moderni, impressionisti e contemporanei — la media degli invenduti si è attestata intorno al 40%, il 25% in più rispetto agli unsold pre-estivi. Nemmeno molto se si considera la bufera in corso. L’aspetto interessante riguarda l’analisi sulle opere aggiudicate più che il numero di quelle rimaste al palo. Qui veramente si capiscono molte cose. Ad esempio che le stime di alcuni capolavori sono esagerate. Il Bacon invenduto da Christie’s aveva una valutazione tra 40 e 60 milioni di dollari. Mentre per il Fontana era di 12-14 milioni. Stesso discorso per il Freud e i due Richter da Sotheby’s.

Il mercato sta cambiando pelle. Nessuno può con precisione sapere quale direzione prenderà. Le uniche certezze riguardano il fatto che il segmento della pittura antica e dell’antiquariato (insieme a quello dei gioielli e degli orologi da collezione) sembrano essere più stabili. Scorrendo i listini saltano all’occhio alcune disfatte. Una su tutte la débacle per Andy Warhol. Nella sola vendita Christie’s di giovedì 13 (una Day Sale) su 17 opere di questo autore, 13 sono andate invendute. Il resto è stato aggiudicato sul filo di riserve tagliate al ribasso poche ore prima dell’asta.

Ora il polso del mercato si sposta da New York all’Europa. In particolare a Milano, dove in questa settimana si aprono le esposizione per le vendite d’arte moderna e contemporanea in programma da Christie’s (in via Clerici 5) lunedì 24 e martedì 25 novembre e da Sotheby’s (in via Broggi 19) martedì 25 e mercoledì 26. In totale verranno presentati oltre 700 lotti.

L’aumento delle opere in catalogo coincide da una parte con l’obiettivo di contenere il ridimensionamento del fatturato e dall’altro fotografa la crescita delle offerte, tipica di un momento di crisi. Il mercato italiano, da sempre interprete di un ruolo marginale nell’orizzonte complessivo del business sull’arte, potrebbe paradossalmente ricevere un impulso verso lo sviluppo. Certo molte stime, di capolavori storici della nostra arte novecentesca e contemporanea, dovranno adeguarsi all’aria ridimensionata che circola ovunque.

Nel catalogo Christie’s i 419 lotti presentano un ventaglio di offerte che copre tutte le maggiori scuole e artisti dal primo Novecento ad oggi. Bellissima l’opera del 1923 di Giacomo Balla, nel titolo quasi una metafora poetica dei nostri tempi: «Espansionauree di pessimismo ottimismo» (400-600 mila euro). Raro e importante il Giorgio de Chirico del ’33 «Combattimento di puritani» (stima «a richiesta»). Molti i Fontana, Boetti, Rotella, Turcato, Capogrossi, Carrà, Sironi, Chia, Tancredi, Schifano e Vedova. Tra i contemporanei ormai storicizzati un Frangi, un Guaitamacchi, un Pignatelli e un Vezzoli.

Da Sotheby’s spicca un altro Balla, del ’27 («Balfiore: Rose») molto bello e molto Futurista (stima 35-550 mila euro). Tre Giorg io Morandi mozzafiato. Un Afro del ’55 che pare una sinfonia di verdi (350-450 mila). Un Renato Birolli magnifico, del ’56 (stima 100-150 mila). E tantissime opere di autori da seguire con attenzione. Tra i quali: Del Pezzo, Fabro, Ghiri, Isgrò, Licini, Paresce, Pizzi Cannella, Ceccobelli, Scanavino e Zorio.

Oltre a Christie’s e Sotheby’s questa settimana è da seguire l’asta da Porro (Milano, in via S. Maria Valle, 2) giovedì 20 novembre. Ora sul mercato dell’arte tocca all’Italia fare i conti con la crisi.
In mostra «Combattimento di puritani» di Giorgio de Chirico: in asta da Christie’s il 24 novembre (stima a richiesta). A destra «Balfiore: Rose» di Giacomo Balla: in asta da Sotheby’s il 25 (stima 350/555.000 euro)

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