(Teleborsa) – Anche con la crisi, le tariffe pubbliche hanno continuato ad aumentare a ritmi sostenutissimi, nonostante l’inflazione, nel periodo tra il 2008 e il novembre di quest’anno, sia cresciuta solo del +2,2%. A denunciarlo è la CGIA di Mestre, che ha analizzato l’andamento delle principali tariffe dei servizi pubblici negli ultimi 3 anni. La variazione più importante l’hanno registrata i pedaggi autostradali (+10,8%), il gas (+8,9%), i trasporti ferroviari (+8,7%) e i servizi postali (+7,3%). Sempre tra le voci più significative, solo l’energia elettrica (-0,4%) e l’acqua potabile (-1,2%) hanno registrato variazioni negative. “Ma il dato particolarmente significativo – commenta Giuseppe Bortolussi segretario della CGIA di Mestre – è il forte aumento registrato dalle tariffe di competenza delle Regioni e degli Enti locali, con un +7,4%, mentre quelle controllate dal Governo centrale hanno segnato un +6,3%; a dimostrazione che sia gli uni, sia gli altri, a fronte della grave situazione economica, hanno fatto cassa a spese dei cittadini e delle piccolissime imprese”. E proprio su queste ultime, sottolineano dalla CGIA di Mestre, gli aumenti hanno colpito due volte. Per quale motivo? “Semplice – conclude Bortolussi – perché i lavoratori autonomi, vale a dire gli artigiani e i piccoli commercianti, le pagano due volte. Una come cittadini, in riferimento alle utenze relative alla propria abitazione, la seconda come gestori di piccoli negozi o botteghe artigianali e peccato che, a fronte di questi aumenti, in questo periodo non sia corrisposto per i cittadini e gli imprenditori un rispettivo aumento della qualità e della quantità dei servizi offerti”.
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