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CRISI: BERLUSCONI PENSA AD ALTRE MISURE DI EMERGENZA PER LE BANCHE ITALIANE

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Silvio Berlusconi ha detto oggi che lo Stato, su richiesta degli istituti di credito, può sottoscrivere azioni risparmio, obbligazioni e obbligazioni convertibili e non ha escluso che al Consiglio dei ministri di venerdì possano essere varate nuove misure a favore delle banche colpite dalla crisi finanziaria partita dai mutui sub-prime Usa.

In apparente dissenso con precedenti dichiarazioni del ministro dell’Economia Giulio Tremonti, il presidente del Consiglio ha anche detto che l’esecutivo “è pronto ad assistere le banche senza condizioni punitive, né per il management né per gli azionisti”. “Lo Stato può sottoscrivere obbligazioni, azioni di risparmio e obbligazioni convertibili che sarà possibile convertire su richiesta delle banche”, ha detto Berlusconi a margine del Consiglio generale di Confcommercio. Alla domanda se il Consiglio dei ministri di venerdì esaminerà e varerà nuovi provvedimenti sulle banche italiane ha risposto: “Vediamo, vediamo. Stiamo lavorando”.

Questo mese il governo ha già approvato due decreti legge per favorire la patrimonializzazione e la liquidità delle banche per i quali si è in attesa dei decreti ministeriali attuativi. E’ previsto che lo Stato possa sottoscrivere o garantire aumenti di capitale deliberati da banche con parametri patrimoniali inadeguati accertati da Bankitalia con azioni privilegiate nella distribuzione dei dividendi. Il decreto prevede che fino alla data di cessione delle azioni il ministero dell’Economia abbia l’ultima parola sulle variazioni sostanziali al programma di stabilizzazione degli istituti di credito.

Fino al 31 dicembre, inoltre, può essere concessa la garanzia dello Stato sulle passività delle banche italiane con scadenza fino a cinque anni ed emesse dopo il decreto. Al contrario di altri Stati europei e degli Stati Uniti il governo non ha indicato un plafond ma si è detto pronto a intervenire se e per quanto necessario. Le dichiarazioni di Berlusconi arrivano dopo giorni di speculazioni su possibili nuove iniziative governative a favore delle banche italiane che hanno continuato fino a ieri ad accumulare forti perdite in Borsa nonostante le dichiarazioni sulla solidità e adeguatezza del loro patrimonio da parte di tutte le principali autorità.

ALLARME CONSOB: DA OGGI A FINE 2009 IN SCADENZA 114 MLD BOND I giornali di oggi descrivono un’ampia gamma di misure allo studio del governo: da un prestito convertibile a lunga scadenza o ibrido con una componente equity alla sottoscrizione di obbligazioni subordinate a uno swap Bankitalia con le azioni che i principali istituti possiedono nella banca centrale, oppure un acquisto da parte del Tesoro delle partecipazioni che gli istituti detengono in Bankitalia.

Ieri il Comitato di crisi sotto la presidenza del Tesoro si è concluso con una generica dichiarazione di solidità complessiva del sistema bancario il cui messaggio è sembrato essere: nonostante le criticità del mercato interbancario e la caduta delle quotazioni non c’è ancora la necessità di interventi di emergenza e si stanno esaminando solo “ritocchi tecnici” ai due decreti già varati dal governo.

Poco dopo l’intervento del premier il presidente della Consob Lamberto Cardia ha avvertito che da oggi a fine 2009 le principali banche italiane hanno in scadenza 114 miliardi di euro e che l’esigenza di liquidità potrebbe orientare gli istituti di credito a emettere obbligazioni subordinate, ibride, non adatte alla clientela retail. Berlusconi, che il 7 novembre parteciperà alla riunione dei leader Ue sulla crisi voluta dal presidente francese Nicolas Sarkozy e il 15 alla riunione del G20 a Washington, è tornato a chiedere il congelamento del monte prestiti e a ventilare possibili sospensioni dei mercati.

“Mi sono permesso qualche suggerimento… Vi è la necessità che si imponga che le banche non riducano il monte prestiti alle imprese e [il presidente francese Nicolas] Sarkozy ha proposto di aumentarlo del 2-4%”, ha dichiarato il premier. Berlusconi ha poi osservato che “è necessario che si blocchino” le transazioni quando i valori di un’azienda sono eccessivamente sovrastimati o sottostimati. E ha aggiunto: “Non so se si possa fare perché poi dicono che Berlusconi vuole chiudere le Borse”. Il 10 ottobre il capo del governo aveva detto che a livello internazionale si discuteva anche la possibilità di sospendere i mercati, ma aveva poi precisato che nessun leader aveva mai avanzato questa proposta. (Reuters)