(Teleborsa) – L’impennata dei fallimenti che, secondo i dati del Cerved, nel 2009 hanno visto 9 mila imprese italiane fallite, il 23% in più rispetto al già durissimo 2008 e l’aumento dei pignoramenti e delle eseuzioni immobiliari che, secondo il monitoraggio dell’Adusbef, hanno avuto un balzo del 15,2 per cento nel 2009 rispetto al 2008,oltre a dimostrare che la crisi non è ancora alle spalle, è un duro monito sia per il Governo, che dovrebbe intervenire per adottare politiche economiche di contenimento e di sussidio per le famiglie,che per le banche,che dopo aver prodotto una crisi senza precdenti,strozzano i consumatori con una fortissima restrizione del credito con tassi troppo elevati e con condizioni capestro. I dati del Cerved group, secondo i quali anche l’ultimo trimestre 2009 è stato nero, con l’apertura nel trimestre ottobre- dicembre di quasi 2.900 procedure fallimentari, +15% rispetto allo stesso periodo del 2008, trimestre nel quale si era già registrato un aumento di fallimenti del 43% rispetto al 2007, con l’impennata registrata soprattutto al Nord, con un incremento del 25% nell’ultima parte dell’anno, non lasciano spazio all’ottimismo del Governo. Nei dodici mesi del 2009 infatti le procedure sono cresciute nel Nord Ovest del 33%, nel Nord Est del 26%, nel Centro del 16%, nel Sud e nelle Isole del 16,3%,con l’incremento delle procedure con tassi a due cifre e particolarmente elevati in Liguria (+48%), Piemonte (+38%), Friuli (+36%), Marche ed Emilia Romagna (+33%), Lombardia (+30%),che hanno colpito soprattutto le costruzioni (+31%), seguite dall’industria (+26% tra 2009 e 2008), dalle attività finanziarie, immobiliari, di noleggio e informatica (+24%), trasporti e le comunicazioni (+18%). Rispetto al numero di imprese registrate, è l’industria il settore più colpito. Ed è in crescita anche il ricorso al concordato preventivo: secondo gli archivi di Cerved Group, nel 2009 le imprese italiane hanno presentato oltre 900 domande di concordato (+62% rispetto al 2008), con una crescita nel solo ultimo trimestre che come i fallimenti ha solo leggermente rallentato: +33% rispetto allo stesso periodo del 2008. A questi dati bisogna aggiungere l’aumento di pignoramenti ed esecuzioni, stimate in media-secondo l’Osservatorio Adusbef,di un + 15,2 % nel 2009. Secondo queste stime quindi, le procedure immobiliari accelerate con la nuova legge fallimentare del 2004 e pari al 2,7 % del totale dei mutui, quindi a circa 130.000 su 3,5 milioni del totale, con circa 20.000 procedure avviate nel 2009,che sommate a 18.000 nel 2007 ed a 21.ooo del 2007, potrebbero far sparire una media città come Monza, che vede aumentati del 20,2% i pignoramenti nel 2009. Il boom di pignoramenti ed esecuzioni immobiliari,con aumenti stimati nel 2009 rispetto al 2008, da un minimo del + 7,7% a Bolzano; + 7,9% a Bari; + 8,9% a Salerno¸+ 10% a Bari; + 10,5% a Vicenza e + 10,8 % a Bologna; fino al + 32,8% di Reggio Emilia; seguito da Brescia + 22,1%; Frosinone + 20,1%; Pavia + 19,2%; Como + 18,5%; Bergamo + 18,3%; Roma, + 18,1%. Gli aumenti maggiori di pignoramenti si registrano a Milano (+366, che ammontano quindi a 2.733), seguita da Roma (+ 330, con un totale di 2.157); Torino (+ 183, pari a 1.608); Monza (+ 174,con un totale di 1.040); Bergamo (+166, pari a 1.075); Brescia (+ 144 con un totale di 795); Padova (+ 102, che assommano a 829); Firenze (+97, che ammontano a 757). Invece di sottovalutare gli effetti di una crisi grave,lunga e duratura,il Governo farebbe bene a mettere in campo misure di sostegno,con un bonus di 1.200 euro, soprattutto per i redditi sotto i 25.000 euro,attivando misure di contrasto alla mala pianta dell’evasione fiscale che drena oltre 100 miliardi di euro l’anno all’economia del Paese, attuando misure di contrasto al riciclaggio di denaro sporco,incompatibili con lo scudo fiscale.