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Criptovalute: “Trading bitcoin? Come scambio francobolli”

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“Il trading di Bitcoin è paragonabile allo scambio di francobolli”. Così Stefan Ingves, governatore della banca centrale svedese, la Sveriges Riksbank, che non nasconde le sue critiche nei confronti della valuta digitale, respingendo allo stesso tempo l’idea che Bitcoin possa rappresentare un’alternativa alla valuta. Ipotesi che invece è diventata reale in El Salvador, che ha reso Bitcoin una valuta a corso legale.

“Prima o poi il denaro privato crolla di solito. E certo puoi diventare ricco scambiando bitcoin ma è paragonabile al commercio di francobolli”, ha dichiarato giovedì Ingves, nel corso di una conferenza bancaria a Stoccolma.

Nonostante il grosso successo di Bitcoin e criptovalute, in genere, e il sostegno di personalità del calibro di Elon Musk di Tesla, diversi banchieri centrali hanno paragonato il fenomeno addirittura dalla Tulipomania, l’impennata dei prezzi dei bulbi di tulipani culminata nel 1636, considerata la prima vera bolla speculativa della storia.

Bitcoin, cosa ne pensa la Banca di Svezia

Per Ingves restano dubbi sulla capacità di resistenza del Bitcoin senza un sostegno da parte delle istituzioni tradizionali. In precedenza per altro il governatore della Riksbank aveva sottolineato che difficilmente le criptovalute potranno sfuggire a una supervisione regolatoria.

“Quando qualcosa diventa grande abbastanza, entrano in gioco cose come gli interessi dei consumatori e il riciclaggio di denaro“, aveva detto a giugno a Bloomberg “quindi ci sono buone ragioni per credere che [una regolamentazione] ci sarà“.

Le banche centrali di altri Paesi hanno già reso esplicita la propria freddezza nei confronti delle criptovalute. La stessa presidente della Bce, Christine Lagarde, ha dichiarato che a suo parere il Bitcoin “non è un moneta”, mentre il suo omologo britannico, Andrew Bailey ha spiegato che le criptovalute “non hanno valore intrinseco” e che i loro possessori devono essere pronti a “perdere tutto” l’investimento.

Ma per la Riksbank svedese la questione è un’altra: difficilmente una forma di pagamento alternativa di successo potrà sfuggire a forme di supervisione che al momento sono assenti.

Nel frattempo il governo svedese è già al lavoro per rafforzare gli standard richiesti per le piattaforme di scambio per le criptovalute, anche perché il rischio che le criptovalute vengano utilizzate a scopo di riciclaggio “è un problema importante” che travalica i confini di questa o quella nazione.