(9Colonne) – Milano, 13 lug – Ad oggi solo l’1% dei cittadini europei ha acquistato prodotti finanziari in un altro Paese dell’UE, mentre per i beni e i servizi non finanziari la percentuale di chi ha effettuato acquisti fuori dai confini nazionali sale al 25%. L’integrazione europea del mercato dei servizi finanziari al dettaglio, dunque, è ancora lontana. Ma la fornitura di servizi finanziari a livello cross-border dovrebbe intensificarsi nel medio-lungo termine grazie ad un quadro normativo europeo più definito e alla maggiore diffusione dell’e-banking. Il 15% dei clienti europei dichiara di essere già pronto ad acquistare prodotti finanziari oltre confine. E’ emerso oggi a Milano, nel corso del Forum dell’Osservatorio European Banking Report, la think tank ABI sui mercati finanziari europei. Tra i fattori trainanti della crescita attesa, la diffusione dell’internet banking (nel 2006 sono stati 93 milioni i clienti europei attivi su questo canale) e le misure di regolamentazione in corso di realizzazione a livello europeo che dovrebbero rendere più agevoli gli acquisti oltre confine e favorire l’integrazione. Un altro fattore importante sarà il tentativo da parte di molte banche di cercare all’estero le opportunità di crescita di cui difetta il mercato domestico, sia per l’alto livello di concentrazione in alcuni mercati retail (in media in Francia, Germania, Italia e Spagna i primi 5 gruppi bancari detengono circa il 50% dei prestiti domestici), sia per la ridotta contendibilità di altri sistemi bancari, come quello austriaco o tedesco dove, rispettivamente, il 46% e il 60% del capitale non è contendibile a causa della diffusione di banche pubbliche e cooperative.
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