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Credit crunch e crollo reddito: -8% in 5 anni

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ROMA (WSI) – Si e’ accentuato il ritmo di contrazione dei prestiti bancari alle imprese (-5,8 per cento nei dodici mesi terminanti in novembre), il cui debito complessivo e’ sceso al di sotto dell’80 per cento del Pil”. Lo scrive Bankitalia nel Bollettino Economico di gennaio.

Il reddito disponibile reale delle famiglie italiane è crollato di oltre l’8% negli ultimi cinque anni di crisi economica. Secondo il bollettino economico della Banca d’Italia, “le minori esigenze di correzione dei conti pubblici e il calo dell’inflazione favorirebbero una ripresa del reddito disponibile reale del settore privato, che aumenterebbe circa dell’1,5% all’anno nel 2014-15, dopo una flessione di oltre l’8% nell’arco del quinquennio precedente”.

L’ economia italiana tornerà alla crescita, ma sarà una ripresa modesta. Dopo il 1,8% del 2013, quest’anno dovrebbe esserci “una moderata ripresa dell’attività economica, che accelererebbe, sia pur in misura contenuta, l’anno prossimo”.

Il Pil crescerà quindi dello 0,7% nel 2014 e dell’1% nel 2015. La crescita del Pil, spiega Via Nazionale, sarà trainata “dalla dinamica degli scambi internazionali e dalla ripresa, pur moderata, degli investimenti”.

Si prefigura anche “un contributo più forte della domanda interna, grazie anche a tassi d’interesse inferiori a quanto ipotizzato, e un contributo meno favorevole degli scambi con l’estero, riconducibile principalmente all’apprezzamento del cambio”.

“I rischi per la crescita, restano orientati verso il basso. Se le condizioni di accesso al credito rimanessero restrittive più a lungo di quanto prefigurato o se i pagamenti dei debiti commerciali delle Amministrazioni pubbliche registrassero differimenti, la ripresa degli investimenti sarebbe ritardata. Il riaccendersi di timori sulla determinazione delle autorita’ nazionali nel perseguire il consolidamento delle finanze pubbliche e nell’attuare le riforme strutturali, o di quelle europee nel proseguire nella riforma della governance dell’Unione, potrebbe riflettersi sfavorevolmente sui tassi di interesse a lungo termine”.

“Nonostante i primi segnali di stabilizzazione dell’occupazione e di aumento delle ore lavorate, le condizioni del mercato del lavoro restano difficili. Il tasso di disoccupazione, che normalmente segue con ritardo l’andamento del ciclo economico, ha raggiunto il 12,3 per cento nel terzo trimestre e sarebbe ulteriormente salito al 12,6 nel bimestre ottobre-novembre”.

Gli investimenti in beni strumentali sono tornati a diminuire (-1,2 per cento in termini congiunturali) nel terzo trimestre del 2013, annullando quasi per intero il recupero registrato in primavera. Al calo degli acquisti in macchinari e attrezzature (-1,1 per cento, da -0,2 nel secondo trimestre) si e’ aggiunto quello piu’ intenso della componente dei mezzi di trasporto, caratterizzata tuttavia da un’accentuata volatilita’.

Sulla base dell’inchiesta trimestrale presso le imprese condotta in dicembre dalla Banca d’Italia in collaborazione con Il Sole 24 Ore, negli ultimi tre mesi del 2013 le condizioni per investire, pur se in lieve ridimensionamento dopo il deciso miglioramento nelle due precedenti rilevazioni, si mantengono sui livelli prevalenti prima dell’avvio della fase recessiva nel 2011”.

”Nel terzo trimestre gli investimenti in costruzioni, in caduta dall’inizio del 2011, si sono stabilizzati sia nel comparto residenziale sia nel resto del settore”, scrive Bankitalia nel Bollettino Economico di gennaio, sebbene, secondo il sondaggio condotto con il Sole 24 Ore, ”in dicembre le imprese di costruzioni si attendono nel complesso un miglioramento delle prospettive nel medio termine, in linea con i risultati della precedente indagine”.

Resta invece ancora in fase recessiva l’andamento dei prezzi nel settore immobiliare residenziale, ”la flessione dei prezzi delle abitazioni si e’ accentuata (-1,2 per cento rispetto al periodo precedente, da -0,6 nel secondo trimestre)”, sottolinea Bankitalia.