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COVERED WARRANT: PROF LUISS DIFENDE LE BANCHE

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Mario Cumana, professore ordinario di tecnica bancaria all’Università Luiss Guido Carli di Roma, è severo con gli investitori che nei giorni scorsi hanno protestato per le modalità di gestione dei covered warrant da parte di Trading Lab, il ramo di Unicredito che si occupa di CW.

In un’intervista con WallStreetItalia, Cumana difende il comportamento degli operatori di Trading Lab rimettendo alla incompetenza degli investitori le loro debacles economiche.

Secondo le rimostranze, Unicredito non ha acquistato tutti i cw out of the money in prossimità della scadenza rendendo del tutto nullo il loro valore (Vedi Lettere a WSI: denuncia contro Unicredito).

Il prezzo minimo di ogni cw è fissato da Borsa SpA a 1 lira. Quando un cw legato ad un titolo da’ l’opzione di comprare un titolo ad un valore molto maggiore del titolo in borsa e non raggiungibile prima della scadenza del cw, il cw è detto ‘out of the money’ e non vale che il minimo, cioè una lira.

Nella sua lettera a WallStreetItalia, un lettore lamenta il fatto che, con l’avvicinarsi della scadenza di marzo dei cw di Unicredito, la banca abbia comprato solo il minimo che era obbligata a comprare da Borsa SpA ogni giorno, negando così a molti investitori la possibilità di rivendere i loro cw ad almeno una lira.

“Mi sembra una pretesa esagerata – dice Cumana a WallStreetItalia – l’emittente, in questo caso Unicredito, ha il dovere, imposto da Borsa SpA, di acquistare in minima parte i cw out of the money prossimi alla scadenza: se fa questo, da un punto di vista tecnico e giuridico è a posto e non è biasimevole”.

Il discorso potrebbe essere diverso sotto il profilo deontologico: “ma solo in teoria – osserva il professore – perché deontologicamente le cose cambiano in funzione di chi si ha di fronte: e chi abbiamo di fronte? Non certo degli sprovveduti, ma investitori che oggi gridano allo scandalo perché le cose non volgono a loro favore, ma che ieri magari hanno guadagnato il 300% sui loro investimenti”.

Cumana ammette che nel mercato dei cw i prezzi ai quali l’emittente si impegna a comprare e a vendere sono fatti dagli stessi emittenti.

“Ma di qui a paragonare il sistema a una roulette dove il banco bara, ce ne corre: non si può andare sul mercato dei cw con la logica del casino – avverte Cumana – ci si deve andare forti di analisi e informazioni, e consapevoli del rischio”.

I cw sono infatti strumenti “molto moderni, molto liquidi, molto rischiosi, e molto apprezzati evidentemente solo quando producono guadagni; a questo punto – dice il professore – mi chiedo se da parte di alcuni investitori non ci sia malizia. Oppure, e non so cosa sarebbe peggio, se non ci sia molta dabbenaggine che porta ad avventurarsi in terreni sconosciuti”.

(Vedi anche Covered Warrant: Speciale WSI)