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COSI’ IL CAVALIERE PREPARA LA RIMONTA

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«Su una cosa sono d´accordo con Fini: queste elezioni le abbiamo già perse». Umberto Bossi, nei giorni scorsi, si è lasciato scappare questa battuta. Davanti ai suoi senatori, il leader leghista non ha nascosto tutto il suo pessimismo. Un pessimismo che il capo del Carroccio ha confidato di recente anche a Silvio Berlusconi. In un certo senso la campagna elettorale del Cavaliere è partita proprio dopo quel colloquio.
I sondaggi a disposizione di Palazzo Chigi fino ad ora hanno confermato le previsioni del ministro delle riforme. Che, però, il Cavaliere non condivide. È sicuro di poter recuperare per Forza Italia almeno il 3-4% con il «piano di comunicazione», così lo chiamano i suoi collaboratori. Un battage che farà perno su due slogan: «Uniti e liberi» e «La forza dei fatti». Motti che saranno utilizzati per i mega-cartelloni che costelleranno le strade d´Italia da qui a giugno.

Il premier intende centrare «il piano di comunicazione» sulla sua persona e sul suo ruolo di presidente del consiglio. Vuole inondare tv e giornali con una massiccia presenza a 360 gradi. Ma con una avvertenza. Nessun colpo vietato contro gli alleati. «Noi – ha ripetuto in questi giorni – non abbiamo alcun interesse a portare via voti ai nostri alleati». Il motivo è molto semplice: se a giugno il quadro della Casa delle libertà rimarrà sostanzialmente immutato, non ci sarà alcun bisogno di ritoccare la squadra di governo. Ossia nessuno potrà tornare a chiedere il «rimpasto» o la «verifica». Proprio per questo si terrà a Roma il 25 marzo la manifestazione unitaria: tutti insieme per ricordare la vittoria del 1994. A Palazzo Chigi sono convinti che la migliore arma elettorale sarà il governo.

L´informazione politica, allora, non sarà «contro l´opposizione» ma sarà volta ad illustrare il bilancio, consuntivo e preventivo, dell´esecutivo. Come ha annunciato ieri ai presidenti di Regione riuniti a Palazzo Chigi, «da adesso in poi ci butteremo a capofitto nelle questioni interne un po´ trascurate durante il semestre di presidenza Ue».

In questo quadro, a Via del Plebiscito sono pronti ad una vera e propria offensiva mediatica su tv e radio. Le apparizioni sul piccolo schermo si moltiplicheranno nei prossimi quattro mesi. Potendo anche contare sul valore aggiunto che Palazzo Chigi offre a tutti i suoi inquilini quando decidono di “scendere in campo”. Un primo assaggio lo si è già avuto con il Porta a porta di venerdì scorso e con l´intervento a “Radioanch´io” di ieri. E non è un caso che lunedì scorso il direttore generale della Rai, Flavio Cattaneo, abbia inviato a tutte le direzioni una circolare per raccomandare una sorta di “regola aurea”: alla maggioranza deve essere riservato un terzo dello spazio, un altro terzo all´opposizione e un altro al governo.

Assegnando, quindi, di fatto i due terzi del minutaggio alla Cdl nel suo complesso. Un filo rosso lega il tutto all´abolizione della par condicio. Che, però, al momento ha trovato la ferma opposizione di An e Udc pronti ad una strenua resistenza. Basti pensare che al tavolo tecnico incaricato di studiare il problema, per Forza Italia ci sarà il senatore Lucio Malan e per i centristi Marco Follini. È stato lo stesso segretario dell´Udc ad annunciarlo: «sarò io a rappresentare il mio partito».

Nel frattempo Berlusconi sta testando i possibili argomenti chiave per la campagna elettorale. Ad esempio la formula «comunisti senza comunismo» dopo la convention di Forza Italia è stata bocciata. Mentre ha superato l´esame il tema “tasse”. Per catturare l´attenzione di indecisi e delusi, poi, il premier vuole puntare sulle grandi opere. «Bisogna mostrare i cantieri che lavorano», sta ripetendo da giorni. E per agevolare il compito, ha già programmato una serie di visite in alcuni di questi cantieri come il Mose o l´autostrada Salerno-Reggio Calabria. Le altre carte che il Cavaliere vuole giocare riguardano la regolarizzazione degli immigrati clandestini e l´aumento degli occupati.

I sondaggi, comunque, per il momento segnano un saldo negativo per Forza Italia. Collocata in una forchetta tra il 22 e il 26%, ma con l´ago decisamente spostata verso il 22%. Non a caso il premier preferisce scegliere come termine di paragone le europee del ´99 in cui il suo partito raccolse poco più del 25%. E ricorda che sulle 63 province chiamate al voto a giugno, 45 sono già del centrosinistra.

La premessa però è sospendere le polemiche nella maggioranza. Ieri, allora, ha convocato a cena i leader della coalizione per il sì definitivo al documento che chiude la verifica. Un testo che ha ricevuto critiche sul tema giustizia: il caso più spinoso riguarda la cosiddetta norma “salva-Previti”. L´Udc la contesta. È stata invece ammorbidita la parte sulla separazione tra giudici e pm cancellando l´ipotesi di consentire un solo cambio di ruolo nella carriera. I centristi, inoltre, chiedono di inserire nel preambolo anche un riferimento alla lotta all´evasione fiscale ed uno al conflitto di interessi.

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