Raramente è stata così fitta l’agenda delle trattative dell’Ue con i Paesi emergenti e i negoziatori dell’Unione non fanno mistero dell’urgenza di concludere accordi di cooperazione e libero scambio verso Sud e verso Est. E di avviare senza ritardi all’inizio dell’anno prossimo le trattative per un grande accordo di partnership con la Russia, con un importante capitolo per un’area di libero scambio.
In testa all’elenco delle urgenze, alti funzionari che lavorano con il presidente della Commissione europea, José Manuel Durao Barroso, e con il commissario Ue al Commercio, Peter Mandelson, pongono la trattative per un Free trade agreement con il Consiglio di cooperazione del Golfo (Gcc, sei Stati, tra cui Arabia Saudita e Kuwait). Il petrolio è ovviamente al centro delle discussioni per forniture, apertura agli investimenti, cooperazione tecnica. Di accordo di libero scambio con il Gcc si parla da oltre dieci anni, ma ora concludere diventa urgente per l’Ue, anche perché con il Gcc stanno negoziando due colossi affamati di energia, Cina e India.
L’obiettivo dell’Ue è di concludere a fine anno un accordo che, secondo stime dele due parti dovrebbe raddoppiare l’interscambio, portandolo a 100 miliardi di euro annui. Su altri fronti, l’Unione è poi impegnata a negoziare con i dieci Paesi della sponda Sud del Mediterraneo il completamento entro quattro anni di una zona di libero scambio, prospettiva che risulta politicamente complicata dalle tensioni arabo-israeliane. Nel medesimo tempo l’Ue intende portare avanti i contatti per un accordo di cooperazione con l’Ucraina, mentre vengono esaminate possibilità di intese di libero scambio anche con l’Iraq e la Georgia.
Intanto la sospensione, o forse il fallimento, delle trattative del Doha Round in seno al Wto potrebbe ridar vita al vecchio progetto di zona di libero scambio tra l’Ue e il Mercosur (Argentina, Brasile, Paraguay, Uruguay, con Bolivia, Cile, Peru e Venezuela come membri associati, in tutto 255 milioni di abitanti e grandi risorse petrolifere).
Nei giorni scorsi la Commissione europea ha accolto bene l’invito del Brasile a ospitare quanto prima a Rio de Janeiro un incontro di rilancio delle trattative iniziate nel 2000 e da allora trascinatesi senza costrutto. Per la riunione di Rio, proposta per il 20 ottobre, si aspetterà probabilmente che, il prossimo 29 ottobre, si sia svolto il secondo turno delle elezioni presidenziali. Se da un lato rischia di indurire il confronto politico su alcuni punti cari al presidente, Hugo Chavez, l’ingresso del Venezuela nel Mercosur ha sicuramente aggiunto un elemento di grande interesse per l’Ue dal punto di vista delle forniture petrolifere.
Le divergenze che per sei anni hanno impedito un accordo si concentrano sulla richiesta di apertura dei Paesi del Mercosur ai prodotti industriali europei, anche per le forniture pubbliche, mentre il Mercosur insiste per esportare liberamente nell’Ue i suoi prodotti agricoli, in particolari carni, cereali e zucchero. Rispecchiando un punto cruciale su cui si sono incagliate le trattative del Doha Round, le richieste del Mercosur comprendono l’abbattimento delle sovvenzioni della Pac, la politica agricola dell’Ue.