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CONVERTIBLE BOND: COME E QUANDO USARLI

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Secondo uno studio di Morgan Stanley, per il settore dei semiconduttori la ripresa non e’ affatto dietro l’angolo.

Le cifre della crisi parlano da sole: dalla crescita record di $224 miliardi del fatturato su base annua nell’ottobre 2000 si e’ passati ai $122 miliardi del dicembre 2001: un calo del 45%.
Dallo scorso dicembre si e’ registrato qualche segnale di recupero, con la crescita dei ricavi che nei primi due trimestri del 2002 si e’ attestata tra il 5% e il 6%. Tuttavia, terminato il ciclo di ricostituzione delle scorte e’ di nuovo il momento di fare i conti con una domanda finale ancora latitante.

Per coloro che vogliono continuare a investire su questo settore, in un’ottica di lungo periodo c’e’ uno strumento alternativo alle azioni in grado di dare buone soddisfazioni limitando i rischi.

Si tratta delle obbligazioni convertibili (in inglese ”convertible bond”), uno strumento poco utilizzato dagli investitori italiani ma che puo’ rappresentare una valida alternativa alle azioni.

Proviamo ad elencarne le caratteristiche, analizzando le scelte di Morgan Stanley per il comparto dei semiconduttori.

E’ importante sottolineare che la scelta di Morgan Stanley non e’ casuale. Secondo il servizio BUY & SELL, (vedi tabella sotto) offerto da Wall Street Italia, la banca d’affari e’ la migliore nel coprire il settore chip, con un rendimento medio del portafoglio gestito del –13,93% negli ultimi 12 mesi. Nello stesso periodo AG Edwards ha ottenuto un –23,41%, Merrill Lynch –25,87% e Banc of America –25,83%. Nel frattempo l’indice di riferimento del comparto (SOX – Phlx) e’ passato da quota 448,04 a quota 264,76: un calo del 40,90%.

Per avere tutti i dettagli clicca su WSI REPORTS, in INSIDER .

*Francesco Leone e’ responsabile dell’ufficio studi di Wall Street Italia

Pubblichiamo una tabella tratta da BUY & SELL, il servizio riservato agli abbonati. Con BUY & SELL puoi consultare centinaia di tabelle e charts interattivi. Provalo!