Consulenza finanziaria, quali differenze tra gli investimenti dei clienti wealth e affluent?

di Valentina Magri
9 Giugno 2022 12:45

I clienti della consulenza finanziaria sono molti diversi da quelli del private banking. Conseguentemente, cambiano anche i loro investimenti. Spiega come una ricerca realizzata da SWG in collaborazione con CNP Partners, la società attiva in Italia e in Spagna nei settori del risparmio e della protezione della persona.
Lo studio si basa su un campione di risparmiatori di età compresa fra i 35 e i 70 anni, selezionato fra profili affluent (con un patrimonio investito compreso tra 50.000 e 500.000 euro) e profili wealth (con un patrimonio investito superiore a 500.000 euro), responsabili o corresponsabili delle decisioni finanziarie delle loro famiglie.

Quanto i clienti private e affluent si avvalgono della consulenza finanziaria?

Lo studio di SWG dimostra che la maggioranza degli intervistati (56,8%) dispone di un consulente dedicato, confermando un trend in netta crescita rispetto al passato (+26,8% vs 2018). Il 58,4% è supportato dal proprio consulente per la sola gestione finanziaria, mentre in media il 41,6% (51,5% nel caso della clientela wealth) si avvale della guida del consulente anche per la gestione del patrimonio.

Il 30,4% del campione ha dichiarato di aver chiesto consiglio al proprio consulente finanziario solo 1 o 2 volte nel corso degli ultimi dodici mesi, il 45,1% dalle 3 alle 5 volte, il 13% dalle 6 alle 9 volte, e solo il 10,9% 10 o più volte nel corso dell’anno. Queste differenze evidenziano ampi margini di crescita per il settore della consulenza finanziaria, ancor più in un contesto complesso come quello attuale.

Valentina Magri | Wall Street Italia

Gli investimenti dei clienti affluent e wealth

In media, fra i prodotti d’investimento proposti dai consulenti finanziari figurano per il 62,1% fondi d’investimento o sicav, per il 50,5% gestioni patrimoniali, in titoli o fondi, per il 27,3% azioni, per il 25,6% polizze assicurative (esempio: vita, casa, infortuni, salute), per il 25,3% polizze finanziarie assicurative e per il 23,9% titoli di stato. Si registrano tuttavia differenze sostanziali fra le due tipologie di clientela:

  • fondi d’investimento e Sicav sono infatti nel portafoglio del 77,9% degli investitori wealth, a fronte del 57,3% degli investitori affluent;
  • le azioni sono citate dal 32,4% dei clienti wealth, e dal 25,8% dei clienti affluent;
  • le polizze assicurative sono indicate dal 28% dei profili affluent, a confronto del 17,6% dei clienti wealth;
  • le polizze finanziarie assicurative sono citate al 41,2% degli investitori wealth, percentuale più che doppia rispetto al 20,4% di investitori affluent;
  • i titoli di stato sono menzionati dal 25,3% dei clienti affluent, a fronte del 19,1% dei clienti wealth.

    Valentina Magri | Wall Street Italia

Francesco Fiumanò, country manager di CNP Partners, ha concluso:

L’analisi realizzata in collaborazione con SWG fotografa l’esigenza di sicurezza e di diversificazione dei risparmiatori italiani in questo periodo di estrema incertezza. In questo contesto, crediamo che la guida di consulenti esperti e autorevoli, a cui si affidano sempre più investitori, e la scelta di soluzioni personalizzate e flessibili, che combinino la componente di protezione con quella d’investimento, sia determinante per aiutare i risparmiatori a diversificare l’allocazione dei loro risparmi e a contenere i rischi, creando le condizioni per una migliore pianificazione economico-finanziaria”.