
New York – Al Consiglio generale della Banca centrale europea di questa sera, una delle quattro riunioni annuali dei governatori di banche centrali nazionali di tutta l’Unione europea a 27, si rinnovera’ la sfida tra Mario Draghi e Jens Weidmann, ossia tra due modi di vedere la strategia di uscita dalla crisi.
Il Consiglio direttivo comprendera’ solo i governatori dell’area euro, dato che prende le decisioni di politica monetaria sulla valuta unica, e che si svolge due volte al mese. Il presidente Mario Draghi in versione Mefistofele continuera’ la sua opera di persuasione e convincimento verso politiche espansive e di supporto ai paesi piu’ in difficolta’.
Dalla sua potra’ contare sui primi effetti gia’ ottenuti sul mercato dei titoli di stato. Da quando e’ stato annunciato il piano di acquisto di bond della periferia, gli spread con i rendimenti dei Bund tedeschi si sono ristretti.
Nell’opera di Goethe piu’ famosa, il Faust, per risolvere la crisi Mefistofele convince l’impero Romano indebitato a stampare altro denaro – garantito peraltro da oro che non era ancora stato estratto. Ai risultati positivi iniziali segue un periodo di impennata dell’inflazione. L’opera di Goethe, insieme all’esperienza inflativa shock post Seconda Guerra Mondiale, ha senza dubbio contribuito a inculcare nella classe medio-alta istruita dei tedeschi – e a cascata nel delfino della Cancelliera Angela Merkel, Weidmann – la mentalita’ anti-inflazione.
Oltre a difendere la sua politica di favore verso i paesi piu’ in difficolta’, Draghi avrà anche modo di fare il punto di una situazione che se da un lato si è tranquillizzata, per quanto attiene alle tensioni sui titoli di Stato, dall’altro resta irrequieta sul dibattito tra autorità dei vari paesi.
Perché se Draghi è riuscito a domare (almeno finora) le bizze dei mercati tramite il nuovo piano di possibili acquisti calmieranti di bond governativi (Omt), proprio con questa mossa a imbizzarrirsi sono stati gli esponenti della Bundesbank, la banca centrale della Germania. A cominciare dal suo presidente Jens Weidmann che non perde occasione per lanciare critiche verso l’Eurotower. E così, dopo aver paragonato gli acquisti di bond a “droga” data ad un tossicodipendente, ieri Weidmann è tornato alla carica facendo perfino dei parallelismi con le “tentazioni del diavolo” con citazioni dal “Faust” di Goethe.
Con il suo irrituale pubblico dissenso rispetto alle decisioni prese a maggioranza schiacciante dalla Bce – a quel che si è saputo il suo è stato l’unico voto contrario – Weidmann è riuscito a innescare perfino le recenti critiche del ministro delle finanze tedesco, Wolfgang Schaeuble.
Quanto al programma di acquisti di bond inviso alla Bundesbank, Draghi potrà farsi forte dei risultati concreti che il suo semplice annuncio hanno già sortito (in pratica senza che la Bce abbia dovuto acquistare alcunché). I rendimenti dei titoli di Stato di Italia e Spagna si sono nettamente attenuati, e così i loro differenziali rispetto ai Bund tedeschi, i famigerati spread.
Lo spread tra Btp decennali e Bund oggi è tornato a calare fino a 330 punti base, a fine agosto era a 450 punti e due mesi fa era risalito ben sopra quota 500. E sono risultati non di poco conto visto che fino solo a due mesi fa sulla stampa finanziaria internazionale campeggiavano ipotesi allarmistiche sulla tenuta dell’euro. Invece l’euro è “irreversibile”, ha detto chiaro e tondo più volte Draghi.