(Teleborsa) – La frenata dell’economia italiana è più brusca dell’atteso e delle altre economie dell’area euro. Nel 3° trimestre il PIL è salito appena dello 0,2% (+0,5% nel 2°). Lo rileva Confindustria nella congiuntura flash di novembre, sottolineando che ciò riduce molto le probabilità di andare oltre l’1% annuo nel 2010 e nel 2011 e allarga la forbice della crescita persa. Il rallentamento proseguirà nei prossimi trimestri, come anticipano l’indicatore OCSE, sceso anche a settembre (settimo calo consecutivo) e le attese degli imprenditori. L’attività industriale, dopo il +0,9% di ottobre (stime CSC), che ha parzialmente compensato la forte contrazione di settembre (-2,1%), tende ad appiattirsi: è nulla la crescita acquisita per l’ultimo quarto d’anno; si è molto ridotta la velocità di recupero (dall’8,0% annualizzato fino a giugno all’1,3% nei mesi successivi). Il PMI manifatturiero italiano è risalito in ottobre (53,0 da 52,6),sostenuto da produzione (55,7) e nuovi ordini esteri (54,3). Nei servizi il PMI è calato a 51,0 (da 51,3). Prosegue a ottobre la discesa delle ore autorizzate di CIG. Ma i livelli di attività industriale sono ancora bassi e rimane perciò ampio il bacino di lavoratori interessati: 340mila unità di lavoro equivalenti a tempo pieno nel 3° trimestre (270mila nell’industria esclusa l’edilizia). I disoccupati in Italia nel 3° trimestre erano oltre due milioni (l’8,2% della forza lavoro), sostanzialmente invariati rispetto al 2°. Scendono ancora sia l’occupazione (-28mila) sia la forza lavoro, segnalando il perdurare di effetti di scoraggiamento. Il tasso di disoccupazione non accenna a rientrare nelle maggiori economie avanzate, eccetto che in Germania, dove è sceso a settembre al 6,7% dal 7,6% di un anno prima. In USA era fermo in ottobre al 9,6% (9,7% in gennaio). Nella media dell’area euro è salito al 10,1% in settembre.