(Teleborsa) – Poiché l’attività rimarrà ancora a lungo inferiore ai valori pre-crisi, il CSC – Centro Studi Confindustria – stima che la domanda di lavoro nel complesso dell’economia italiana risulterà frenata anche nei prossimi trimestri. Ci sarà un recupero lento e solo parziale a partire da metà 2011 (+0,1% le ULA in media d’anno, dopo il -1,7% del 2010 e il -2,6% del 2009). La ripresa della domanda di lavoro si rafforzerà progressivamente nel 2012 (+0,9%), che si chiuderà con 855mila ULA in meno rispetto a inizio 2008. L’espansione delle unità di lavoro a tempo pieno nel 2011 e 2012 andrà di pari passo con la diminuzione del bacino di lavoro non utilizzato e assorbito dalla CIG. Un processo già iniziato a metà 2010: nel bimestre ottobre-novembre l’equivalente forza lavoro delle ore complessivamente erogate di CIG è stato mediamente pari a 341mila ULA, dalle 381mila nel terzo trimestre (-10,5%) e dalle 452mila di fine 2009 (-24,5%). Il massiccio ricorso alla CIG durante la recessione ha notevolmente attenuato l’impatto della crisi sul numero di occupati: dal primo trimestre del 2008 al terzo del 2010 quest’ultimo è diminuito di 540mila unità, contro una diminuzione delle ULA di 1 milione e 221mila unità, di cui 480mila assorbite dalla CIG al suo picco nel secondo trimestre del 2010. Tanto più consistente è stato il ricorso alla CIG (particolarmente elevato in alcuni comparti industriali), tanto più lenta sarà la ripresa dell’occupazione. A ottobre 2010 i disoccupati in Italia erano 2 milioni e 167mila, più del doppio rispetto ad aprile 2007. L’incidenza dei disoccupati sulla forza lavoro è passata nello stesso periodo dal 5,8% all’8,6%, e crescerà ancora. Le previsioni del CSC sono fondate sull’esperienza passata. All’indomani delle due precedenti recessioni la disoccupazione ha continuato ad aumentare per diversi anni: sei dopo la recessione dei primi anni Ottanta e cinque dopo quella dei primi anni Novanta.