ROMA (WSI) – La Legge di Stabilità 2016 ha dato una boccata d’ossigeno ai proprietari di immobili con la cancellazione della Tasi sull’abitazione principale (se no di lusso o di pregio) ma non ha previsto alcuna misura per i commercianti che pagano le tasse e che sono costretti dalla crisi che non dà tregua a dover chiudere le loro attività commerciali.
A ciò si aggiungono gli ultimi numeri forniti dall’Osservatorio Confesercenti secondo cui anche nel 2015 il bilancio tra aperture e chiusure di negozi, bar e ristoranti sarà in rosso, con un saldo negativo di oltre 29mila imprese, confermando così per il quinto anno consecutivo, la contrazione per il commercio in sede fissa, la ristorazione ed il servizio bar. In particolare i dati di Confercenti prevedono che quest’anno inizieranno l’attività circa 37mila nuove imprese, contro le oltre 42mila che hanno aperto lo scorso anno e le 45mila nel 2013. In totale, dal 2011 ad oggi si è registrato un saldo negativo di poco meno di 140mila imprese.
È sulla base di questi numeri che Confedilizia, la Confederazione Italiana di proprietà edilizia rivolge al Governo, tramite il suo presidente Giorgio Spaziani Testa, un appello: detassare i locali affittati per le attività commerciali.
“Stime di Confedilizia dimostrano come il proprietario di un negozio affittato veda eroso dalle imposte statali e locali (Irpef, addizionali comunale e regionale Irpef, Imu, Tasi, imposte di registro e di bollo) anche l’80% del canone di locazione nominalmente percepito, senza contare le spese”.
Ma cosa ha causato il continuo peggioramento della situazione per le attività commerciali?
“(…) due misure varate sotto il Governo Monti, ma alle quali i successivi Governi non hanno posto rimedio: da un lato, l’aumento del 62% delle rendite catastali ai fini Imu (e poi Tasi) e, dall’altro, la riduzione al 5% della quota di spese deducibili dal reddito da parte dei proprietari-locatori (rispetto ad un onere stimabile nel 30%)”.
Se non si provvederà alla “detassazione del settore” – sottolinea Giorgio Spaziani testa, “il commercio non potrà mai risollevarsi e la desertificazione delle nostre città non si fermerà. Continuando a produrre conseguenze gravissime anche in termini di degrado e di riduzione della sicurezza dei cittadini”.
Insomma un circolo vizioso a cui il governo, secondo l’appello dell’associazione, dovrebbe porre un freno urgentemente.