(Teleborsa) – “Oggi siamo qui per dire che il futuro del Paese è inscindibilmente legato alle piccole e medie imprese ed all’impresa diffusa. E per chiedere – alle istituzioni ed alla politica, alle forze economiche e sociali – di condividere la responsabilità di fare quanto è necessario affinché queste imprese possano compiutamente esprimere le loro potenzialità”. Così il presidente di Confcommercio, Carlo Sangalli, ha iniziato il suo intervento all’Auditorium Parco della Musica di Roma in occasione della presentazione di “Rete Imprese Italia”, il nuovo soggetto di rappresentanza unitario del mondo delle pmi e dell’impresa diffusa promosso dalle cinque maggiori organizzazioni dell’artigianato, del commercio, dei servizi e del turismo (Confcommercio, Confartigianato, Cna, Confesercenti, Casartigiani). “Ci ritrovavamo insieme – ha proseguito Sangalli – anzitutto sulla base di interessi e attese, comuni e di lungo corso, delle nostre imprese, dei nostri imprenditori, andando oltre le frammentazioni e cercando, invece, di fare meglio valere il contributo delle imprese del territorio alla crescita, allo sviluppo, alla coesione del Paese. Per questo, oggi, apriamo una fase nuova e diversa dell’esperienza del Patto del Caprinica, una fase in cui il nostro lavorare insieme assume forme organizzative stabili e strutturate, contenuti programmatici più impegnativi, obiettivi più ambiziosi”. Rete Imprese Italia nasce dunque “per dare al popolo del fare impresa identità, voce comune e capacità di rappresentanza comuni e dunque più forti”, con l’obiettivo di “modernizzare la rappresentanza delle imprese per modernizzare l’economia e la società italiana”. Per il presidente di Confcommercio, nonché primo presidente della neonata Associazione per i prossimi sei mesi, si tratta di “una scelta di coesione ed unità che guarda al futuro. E di coesione, di unità, di scelte per un futuro migliore il nostro Paese ha oggi particolarmente bisogno”. Il modello di Rete Imprese Italia, ha aggiunto Sangalli, non è “un modello contro , ma un modello per. Certo, vuole essere influente e incidere sulla formazione delle scelte decisive per il futuro del Paese” perché “ci sembra interesse comune che queste scelte e la loro concreta attuazione tengano meglio in conto esigenze ed attese di larghissima parte dell’economia reale del Paese: delle piccole e medie imprese, dell’impresa diffusa, del popolo del fare impresa. E ciò, particolarmente, con una pratica della concertazione più attenta alla rappresentatività reale dell’economia reale”. Vogliamo che il popolo del fare impresa – ha concluso Sangalli – non sia più il popolo degli Invisibili. Vogliamo costruire un futuro migliore in nome delle buone ragioni dell’economia reale e del lavoro del nostro Paese. Noi ce la metteremo tutta. A tutti – ed anzitutto alla politica – chiediamo di cogliere questa opportunità”.
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