(9Colonne) – Roma, 26 giu – Il “successore” di Papa Benedetto XVI dovrà raggiungere la maggioranza dei due terzi per essere eletto, indipendentemente dal numero di votazioni che saranno necessarie per raggiungerla. Con un “motu proprio”, pubblicato oggi, il Pontefice ha ripristinato infatti la norma tradizionale, abolendo la possibilità che dopo un certo numero di votazioni il Conclave potesse decidere di passare alla maggioranza semplice. Fino ad oggi l’elezione del successore seguiva le norme decise nella Costituzione Apostolica “Universi Dominici gregis” del 1996, promulgata da Giovanni Paolo II. Nella costituzione era previsto che dopo il 13esimo giorno (33esima o 34esima votazione) i cardinali potessero scegliere tra il proseguire con la maggioranza dei due terzi, passare alla maggioranza semplice o ancora passare al ballottaggio tra i candidati più votati. Con oggi, invece i cardinali passano direttamente al ballottaggio tra i due più votati. Inoltre, affinché l’elezione sia valida serve che si raggiungano anche nel ballottaggio i due terzi dei voti. Il Santo padre ha inoltre stabilito che i due candidati che vanno al ballottaggio perdano il diritto di voto.
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