I comuni, gli enti territoriali e le regioni potranno utilizzare strumenti finanziari derivati: dagli swap sui cambi, ai cap e collar sui tassi di interesse fino ai forward rate agreement. Ma dovranno rispettare rigidi criteri di salvaguardia per evitare che operazioni speculative possano poi tradursi in un danno per i cittadini.
Dovranno per questo rispettare limiti quantitativi, rivolgersi ad intermediari con un rating adeguato e utilizzare parametri monetari di riferimento dei paesi del G7.
A delimitare l’ utilizzo da parte degli enti locali e delle regioni della finanza creativa è un decreto firmato dal ministero del Tesoro con il quale vengono fissate regole previsto all’ utilizzo di strumenti derivati ai quali viene fatto sempre maggiore ricorso da parte delle amministrazioni decentrate.
Il decreto, che è pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale oggi in edicola, fissa soprattutto uno stretto monitoraggio di questo fenomeno. In particolare viene stabilito, per realizzare un “coordinamento dell’ accesso ai mercati”, che “le operazioni di finanziamento a medio e lungo termine o di cartolarizzazione di importo pari o superiore a 100 milioni di euro” dovranno essere comunicati al dipartimento del Tesoro.
Il ministero dell’ Economia indicherà all’ ente, entro 10 giorni e in modo motivato, qual’é il momento migliore per effettuare l’ operazione. Al Tesoro dovranno essere comunicate anche le operazioni di accesso al “credito a breve termine presso il sistema bancario” e “i mutui accesi con i soggetti esterni alle pubblica amministrazione”. Comunicazioni dovranno inoltre essere fatte anche al Cicr se la tipologia dell’ operazione lo richiede. Il decreto indica anche il tipo di operazione consentite con i derivati.
L’elenco stilato prevede la possibilità di utilizzo di swap sui cambi e sui tassi di interesse , nel quale due soggetti assumo l’impegno di scambiarsi regolarmente flussi di interessi o momenti collegati a parametri di mercato, seguendo modalità tempi e condizioni prefissate.
Saranno concessi anche forward, cap e collar sui tassi di interesse: con il forward le due parti concordano il tasso di interesse che ci si impegna a pagare ad una determinata data su un capitale stabilito; il cap é invece una “garanzia” su aumenti del tasso di interesse oltre un determinato livello; il collar è invece una analoga garanzia sulle oscillazioni dei tassi, fissata però all’ interno di un minimo e di un massimo prestabiliti.
Il Tesoro consente agli enti territoriali anche l’ utilizzo di altre operazioni derivate finalizzate alla ristrutturazione del debito, ma con una scadenza che non superi quella del debito stesso. Comuni e regioni non potranno utilizzare questi strumenti a fini speculativi. “Le operazioni derivate – è scritto nel decreto – sono consentite esclusivamente in corrispondenza di passività effettivamente dovute e possono essere indicizzate esclusivamente a parametri monetari di riferimento nell’ area dei Paesi appartenenti al gruppo dei sette più industrializzati”.
Gli intermediari utilizzati per l’ operazione, inoltre, dovranno essere “contraddistinti da adeguato merito di credito, così come certificato da agenzia di rating riconosciute a livello internazionale”. E’ inoltre previsto un limite monetario. Se già è stato superato un valore di 100 milioni scatta, un meccanismo di “ralenti”: le operazioni successive non dovranno eccedere per valore il 25% delle operazioni già avviate.