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Computer indossabili: il post-Ipod viene dall’Italia

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ROMA – Arrivano dall’Italia i primi transistor miniaturizzati al punto da essere inseriti in un filo di cotone: e’ il primo passo verso i tessuti intelligenti che in futuro potranno portare a veri e propri computer indossabili.

Se a breve tessuti del genere potrebbero permettere di ascoltare musica, o di registrare il battito del cuore, in un futuro non lontanissimo potrebbero essere la base per computer indossabili. ”Il filo e’ diventato un dispositivo elettronico a tutti gli effetti”, ha detto Beatrice Fraboni, dell’universita’ di Bologna, che e’ fra gli autori dello studio insieme ad Annalisa Bonfiglio e Giorgio Mattana, del Centro S3 di Modena, dell’Istituto di Nanoscienze del Consiglio Nazionale delle Ricerche (Cnr), e Piero Cosseddu, dell’universita’ di Cagliari. Il risultato, pubblicato sulla rivista internazionale ”Organic Electronics”, segna un passo in avanti importante verso la cosiddetta elettronica indossabile.

”Sul mercato esistono gia’ degli ‘indumenti elettronici’, capaci ad esempio di monitorare il battito cardiaco di chi li indossa o di rilevare eventuali fattori di rischio nell’ambiente”, ha spiegato Bonfiglio.”Il limite, fino ad oggi, e’ stato – ha aggiunto – l’ingombro dei dispositivi incorporati nei tessuti e la scarsa adattabilita’ agli indumenti delle parti rigide di dispositivi e connettori”. I ricercatori hanno aggirato l’ostacolo grazie alle nanotecnologie: ”abbiamo inserito nei fili di cotone delle nanoparticelle di metallo, come oro e argento, e dei sottili strati di polimeri conduttori”, ha detto Fraboni.

”Questo insieme di strati di materiali differenti – ha proseguito – costituisce la struttura del transistor, che permette di regolare il flusso della corrente tra due elettrodi attraverso una tensione applicata ad un terzo elettrodo. I transistor si presentano come semplici fili di cotone e possono essere collegati tra loro o ad altre componenti in cotone, tramite semplici nodi o i processi di tessitura normalmente utilizzati per il cotone”.

Dall’idea e’ nato anche un brevetto, in fase di deposito. Il secondo passo e’ stato distribuire le nanoparticelle lungo il filo secondo una geometria precisa ed e’ stato cosi’ semplici fili di cotone sono diventati dei transistor.

”La fibra di cotone – ha osservato – mantiene le caratteristiche di confort e di elasticita’, come un normale di tessuto”. L’applicazione piu’ vicina, al momento, sono dei ”ritagli” di stoffa intelligente: ”combinando insieme piu’ transistor si possono costruire dispositivi elettronici integrati in una zona determinata, ad esempio una tasca puo’ diventare un lettore per ascoltare musica, una patch sulla spalla e’ un biosensore per misurare la temperatura, mentre sul polso puo’ misurare il battito cardiaco”.

I fili di cotone sono infatti ”transistor a tutti gli effetti”, ha detto ancora la ricercatrice. Ci sono voluti due anni per metterli a punto, trascorsi dai ricercatori negli Stati Uniti, nel centro di elettronica organica della Cornell University di New York.