Società

COME VENDERE
750 CASE A PIRELLI PASSANDO
PER GLI USA

Questa notizia è stata scritta più di un anno fa old news

Il contenuto di questo articolo esprime il pensiero dell’ autore e non necessariamente rappresenta la linea editoriale di Wall Street Italia, che rimane autonoma e indipendente.

(WSI) – L’Unipol si prepara ai tempi lunghi. E ci si prepara
a far slittare l’opa su Bnl all’anno prossimo, visto
che ritardano le autorizzazioni. L’Isvap vuole
saperne di più. E ieri Giovanni Consorte si è recato
per la seconda volta in Bankitalia la quale, co-munque,
deve esprimersi dopo il guardiano delle
assicurazioni il quale ha chiesto ulteriori documenti
per poter valutare l’opa da 4,5 miliardi per il 59%
del capitale di Bnl a 2,7 euro per azione.

Hai mai provato ad abbonarti a INSIDER? Scopri i privilegi delle informazioni riservate, clicca sul
link INSIDER

Ieri la
compagnia bolognese ha diffidato Bnl dal vendere
la filiale argentina, ha allungato il contratto di finanziamento
con il pool di banche e ha comunicato
che è stato completamente sottoscritto l’aumento
di capitale di 2,58 miliardi. A questo punto, la capitalizzazione
di Unipol arriva a 5 miliardi rispetto
agli 8,2 miliardi di Bnl. Per far fronte all’opa, da via
Stalingrado è partita una campagna di dismissioni.
La più importante riguarda Aurora, una compagnia
controllata. Sempre ieri è stato reso noto che
una società cooperativa, Scenario srl ha offerto
214,75 milioni per il 9,99%. Ciò si aggiunge all’altra
offerta proveniente sempre dal «mondo coop»
per il 35% della società controllata.

Ma le dismissioni hanno riguardato in questi
dello scorso anno, in particolare, Unipol, Aurora e
altre società del gruppo, hanno stipulato un accordo
con un fondo privato americano (Glenbrook
International Real Estate Fund), per la cessione a
una sua controllata, Glenbrook Operae spa di pa-lazzi
per 260 milioni. L’operazione è registrata sui
bilanci del primo semestre di quest’anno con una
plusvalenza di 32,2 milioni per Unipol e 73,3 per
Aurora. Il fondo è rappresentato dall’avvocato Al-varo
Pascotto e l’intera operazione dovrebbe essere
completata entro la fine dell’anno.

Senonché il
primo maggio scorso appare sul Sole 24 ore un
breve articolo. «Gli immobili Unipol cambiano di
nuovo proprietà – scrive – Pirelli Re e Morgan
Stanley hanno infatti comprato 750 palazzi dalla
Glenbrook Operae che a propria
volta li aveva acquistati dalla
compagnia presieduta da
Giovanni Consorte nel dicembre
scorso». Il valore della transazione
è di 255 milioni con finanziamento
da parte di un
pool di istituti tra cui Royal
Bank of Scotland. Il ruolo
Lehman Brothers. Consulente legale lo studio
Gallavotti-Honorati-Pascotto.

Glenbrook Operae ha ottenuto una plusvalenza
di 40 milioni di euro. Passano due mesi e
mezzo e il 18 luglio l’avvocato Pascotto acquista
dal contropatto Bnl (guidato da Caltagirone) un
pacchetto della banca romana pari allo 0,5% per
un ammontare di 40,8 milioni. Guarda caso la cifra
equivalente al guadagno realizzato attraverso la
vendita degli immobili a Pirelli Re. Pascotto dichiara
di essere pronto a salire fino all’uno per
cento a sostegno della scalata Unipol. Che la
compagnia venda le sue proprietà per far cassa e
sostenere la conquista di Bnl è normale e legitti-mo.

Ma è davvero curiosa la macchinosità dell’o-perazione.
Se i palazzi dovevano
finire a Pirelli, perché farli
transitare per un fondo americano?
E perché far guadagnare
40 milioni a un intermediario
e non metterli direttamente
nelle casse di Unipol? L’avvocato
Pascotto è un alleato
strategico con lo 0,5% delle azioni Bnl? Misteri padani.

Copyright © Il Riformista per Wall Street Italia, Inc. Riproduzione vietata. All rights reserved