COME LA METTIAMO CON QUESTA STORIA DEI 100 TRIMESTRI PERDUTI? PARLANO I LETTORI DI WSI
Wall Street Italia e’ statisticamente letto e seguito con attenzione da utenti di ogni schieramento politico: destra, sinistra e centro, poiche’ e’ il piu’ “politico” dei siti di economia e business. Nel leggere i commenti sull’arretramento dell’Italia si riconosce un desiderio, se non proprio una richiesta esplicita, di oggettivita’ e di minor faziosita’, da parte della politica. Forse cio’ e’ facilitato dai dati di Banca d’Italia. Come se, frastornati dall’acerrima lotta inconcludente tra fazioni partitiche, fossimo ormai disabituati alla realta’ dei fatti e dei numeri.
Il tema che sembra aver colpito tutti, indipendentente dalle idee politiche di ciascuno, e’ che la “classe dirigente” (termine obsoleto ma ancora verissimo) non sta facendo nulla per frenare la drammatica crisi dell’Italia confermata dal regresso della produttivita’ industriale a 100 trimestri fa. La “classe dirigente” non dirige un bel nulla perche’ fa gli affari suoi, non e’ cosi? E’ colpa del governo attuale? E’ colpa dell’intera casta politica italiana degli ultimi 20 anni? Con chi dobbiamo prendercela, noi cittadini normali? E cosa si deve fare, in concreto, per cambiare o pensionare in blocco i cosiddetti “nostri rappresentanti” al Parlamento, nelle regioni, nelle province e nei comuni, rimandadoli QUASI tutti a casa (cosa che non sara’ mai possibile senza un colpo di stato)? Ecco intanto una prima selezione delle decine di commenti dei lettori di Wall Street Italia, seppur coperti da pseudonimo. (l.c.)
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29/12/2009 19:50 – ambrax
Con un governo che si dice di destra ma fa cose di sinistra era inevitabile! Bisogna combattere gli sprechi e questo lo si può fare riducendo almeno del 50% gli impiegati ministeriali e delle Agenzie. Come mai nessuno parla del fatto che gli impiegati (GIA’ STRAPAGATI) dell’Agenzia delle Entrate vengono promossi di qualifica ogni 2 anni e possono passare a funzionari con la 3^ media? Come mai mentre gli altri tirano la cinghia a questi vengono concessi aumenti (con il passaggio di grado) del 30% annuo. L’ultimo regalo è datato 24/12. E’ forse il regalo di natale della destra sociale ai fedelissimi?
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29/12/2009 16:42 – cesare58
Non c’è speranza perchè non c’è strategia, e questa manca perchè mancano i mezzi per poterla ideare ed attuare. Ci ritroviamo con un sistema industriale frammentato e arretrato perchè il sistema politico si è solo preoccupato di sfruttare le industrie, ma non di sostenerle e di costruire le infrastrutture necessarie al loro sviluppo. La democrazia cristiana è la grande mamma di questo sfacelo, l’ignoranza grassa dei nostri politici ha fatto si che non ci fosse una strategia di sviluppo negli anni in cui le risorse abbondavano, si sono preoccupati solo di imprigionare l’economia in un groviglio di burocrazia che aveva come fondamento la conservazione dei privilegi e il mantenimento del potere tramite il diritto alla”concessione”. Subiamo semplicemente le conseguenze di 50 anni di politica demenziale, dove nei posti di maggiore importanza venivano collocati personaggi con la quinta elementare, che avevano come unico compito quello di raccogliere mazzette sfruttando industriali e commercianti. Nel frattempo nel resto del mondo organizzavano centri di ricerca di eccellenza, università dove al posto di baroni ignoranti c’erano le migliori teste pensanti del pianeta e adesso secondo voi dovremmo superare l’enorme distanza che ci separa dai migliori in che modo? Con che tempi? Non sono cose a cui si rimedia con una leggina e qualche mese di tempo, ci vorranno almeno vent’anni semprechè non ci sia di mezzo qualche governo “Prodi” in grado di disfare quello che hanno fatto gli altri.
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29/12/2009 15:20 – Pinuccio49
Questa crisi che è arrivata ci sta insegnando tante cose. Dapprima ci sta insegnando a sopravvivere nella tempesta; poi ci sta insegnando ad individuare i possibili ripari; poi, cosa altamente positiva, ci sta insegnando che NON si può più andare avanti con la politica che siamo abituati a vedere. Serve una nuova politica che poggi su una piattaforma condivisibile, se non addirittura amata: meno sprechi, più condivisione, meno divario con retribuzioni e pensioni, più giustizia sociale, meno casta e più onestà. I vari baroni della vecchia politica hanno coniato il termine “populismo” dietro al quale trovano alibi; NON è populismo, è volontà del popolo. E’ diverso. Le riforme, tanto paventate, se non verranno attuate guardando alla volontà del popolo, daranno frutto solamente alla insoddisfazione e non verranno accettate. A 60 anni dalla grande guerra è l’ora che la vecchia politica faccia posto a sentimenti nuovi, ad un nuovo Risorgimento per rifondare la nostra vita civile. Spero di essere ancora in vita quando questo succederà. Buon anno a tutti.
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29/12/2009 11:02 – adaniel
propongo alcune riflessioni: 1 – ai tempi del parametro considerato (100 trimestri or sono) l’economia italiana non era reale, prosperava drogata da una finanza allegra lasciando una montagna di debiti alle future generazioni; 2 – adesso l’Italia, come una azienda piena di debiti per una gestione dissennata che non ha quattrini per investire in innovazione e non ottiene piu’ finanziamenti dalle banche, puo’ solo cercare di non dover … portare i libri in tribunale; 3 – per decenni le varie lobby e caste (politici, magistrati, amministratori di aziende municipalizzate, ecc.) hanno sperperato quattrini in lauti stipendi personali e in clientele, mentre i sindacati non offrivano nessuna collaborazione perseguendo una linea politica e non sindacale – faccio solo qualche esempio: la SCUOLA era diventata un ammortizzatore sociale, degradata alla peggiore al mondo; le UNIVERSITA’ quasi tutte di basso livello vivevano solo per sistemare i raccomandati e i parenti e amici dei baroni in numero spropositato; la SANITA’ era una cuccagna per i partiti – l’ASSENTEISMO era la regola, non solo tra i dipendenti statali, regionali, provinciali e comunali, ma anche tra i magistrati (e questi ultimi lo sono anche oggi) e tra i dipendenti delle aziende private – considerate per es. l’ASSENTEISMO che c’era a Termini Imerese… La soluzione è solo l’abbattimentp drastico degli sprechi, ma potrebbe riuscirci solo una dittatura perchè gli italiani non hanno coscienza civica – il credo è che i sacrifici li facciano gli altri, ma non lui – RICORDATE la crisi della immondezza di Napoli? i napoletani, Jervolino in testa, sostenevano che la loro regione era intensamemte abitata e perciò i loro rifiuti se li dovevavo cuccare le altre regioni o la germania – questa è l’Italia – Giannino perchè non lo dice? L’ottima Gelmini ha messo mano agli sprechi nel settore di sua pertinenza e si è guadagnata improperi da tutti a cominciare dalle irose Bindi e Turco e con i bambini portati in piazza da madri sconsiderate – il Presidente Napolitano, tanto prodigo di giornalieri richiami alla “sacralità” della costituzione, perchè non ricorda agli italiani che l’Italia è una repubblica fondata sul lavoro, il che vuol dire NON SOLO AVERE UN POSTO DI LAVORO INTOCCABILE, MA ANCHE LAVORARE e LAVORARE COL MASSIMO IMPEGNO.
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29/12/2009 10:08 – carlosgino
Se Bankitalia ha detto il vero, e lo ha detto, siamo in una Caporetto di “sistema” difficile da valutare… l’Italia va avanti coi grandi risparmi delle famiglie ecco perché ancora non si vede in “strada” la crisi, sia con miracoli di bilancio spesso al limite della costituzionalità se non fuori (scudo)… riprendo le parole di Milton Friedman alla fine dei suoi anni amava ripetere che quanto più nella storia americana erano state severe le recessioni, tanto più vigorosa era stata la ripresa che ad esse era succeduta… ma questa é l’acqua calda quando sei a terra non hai altra scelta che rialzarti, dopo un grande crisi che distrugge l’intero tessuto produttivo economico di un paese devi rifare tutto da capo quindi virtuoso da ogni punto di vista, a condizione che impari la lezione della storia.
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29/12/2009 09:50 – gpiccoli
Le cause? viene voglia di gridare svegliamoci!!! Ultimo quarto di secolo in Italia: abbandono definitivo dell’energia nucleare, boom dei pensionati babies e prepensionamenti selvaggi. Per recuperare il gap con le altre nazioni “evolute” occorrerebbe un miracolo, oppure uno stop degli altri, ma esiste una terza possibilita’. Il problema della produzione industriale diventa pressante in quanto in Italia si e’ continuato a produrre ed esportare macchinari tessuti materie lavorate ecc, prevalentemente basandoci sull’abbattimento dei costi, con valore aggiunto sempre piu’ scarso, fino al momento in cui le economie in via di sviluppo, affamate di commesse, ci hanno divorato, lasciando di fatto al palo una enorme fetta del nostro sistema produttivo. Germania e Francia, al contrario, hanno focalizzato le risorse su produzioni ad alto valore aggiunto, realizzate con sistemi produttivi troppo raffinati per essere copiati in breve lasso di tempo. Gia’ negli anni 70 qualcosa di simile era accaduto, allora il Giappone inizio’ ad invadere il mercato con le moto, poi con apparecchi televisivi videoregistratori e via via monopolizzando di fatto il mercato degli elettrodomestici neri, dopo il Giappone entro’ in crisi ed inizio’ la Corea del Sud con le auto a basso costo ed addirittura le navi, natanti di grande cabotaggio e mega-petroliere, producendo a basso costo e talvolta ad altissimo rischio ecologico, come purtroppo si e’ visto, ma comunque anche nel settore navale le nostre industrie non sono riuscite a tenere il passo. Ci siamo chiesti se negli USA oppure nella vicina Germania la mancanza di produttori di enormi petroliere ha sortito effetti devastanti? (a parte quelli ecologici). Per un Americano e’ traumatico usare una Nikon, anziche’ una Kodak? Un tedesco acquistera’ piu’ volentieri una Leika con ottica fissa da non meno di 500 euro, oppure una Canon con ottiche intercambiabili, ultima generazione ecc allo stesso prezzo? Dove e’ il problema? Non dobbiamo assolutamente considerare la produzione industriale “passata” come metro per misurare l’operativita’, vi sono settori che non hanno piu’ senso, ritengo inappropriato continuare a costruire cose di difficile collocazione. Il mercato delle idee non e’ chiuso, sono le idee che mancano, anzi, mancano coloro che hanno il coraggio di avventurarsi sul mercato con nuove idee. Se esistesse la possibilita’ di produrre energia a costo limitato, forse potremmo anche costruire in modo competitivo, ma questo da noi non e’ possibile, allora? Forse e’ arrivato il momento di considerare l’era post-post-industriale, abbiamo tanto da offrire, a cominciare da ponti indistruttibili, dove si possono collocare, gallerie sicure, impianti di desalinizzazione…. Non parlo del turismo, che dovrebbe essere scontato. Le nostre universita’ ora languono, ma hanno prodotto, grazie all’ingenio ed all’insegnamento ricevuto, la radio, l’energia nucleare, la plastica, tutte cose necessarie alla modernita’. Ci vogliamo adattare a fare gli ultimi della classe a causa di una massa informe di petulanti politici che non riescono a governare perche’ promettono la luna e poi ce la fanno vedere ad occhio nudo nelle notti senza nubi? Svegliamoci! Fra poco ci alzeremo in piedi tutti quanti e tireremo fuori gli attibuti. Siamo stati i primi banchieri prima che il mondo moderno esistesse, come possiamo pensare che gli altri siano sempre meglio? Lasciamoli rischiare, prima o poi si schianteranno (succede spesso). Abbiamo scoperto la dinamo, la nitroglicerina ed il motore a scoppio, quando si ragionava sull’energia elettrica il resto del mondo illuminava con la torcia e probabilmente gli andava bene cosi’. Svegliamoci, l’inverno e’ passato, la primavera e’ Medicina-Energia-costruzioni civili-infrastrutture- ricerca sempre piu’ avanzata. Pregevole il telefonino che fa tutto, ma a me serve per telefonare e come palmare, i giochini ecc lasciamoli agli altri. Abiti che risolvano il problema del freddo senza riscaldare l’ambiente esterno, illuminazioni che non divorino risorse a iosa (altro che alogene o fluorescenti) vetture capaci di neutralizzare e riciclare il CO2 di cui sono produttrici: non parlo di romanzi fantascientifici, ma di futuro a portata di mano. Siamo arretrati di 100 trimestri nella produzione industriale? La buona notizia e’ che, visto che il mondo nel frattempo e’ comunque avanzato, magari lentamente, ma e’ andato avanti, vuol dire che qualcuno ha prodotto di piu’ e si e’ arricchito, noi dobbiamo contattarlo e cercare di scoprire cio’ di cui ha bisogno e fornirglielo. Funzionera’, certamente funzionera’, la produzione industriale non e’ che un segmento che dovra’ contare sempre meno nelle economie avanzate, solo per coprire il fabbisogno in caso di aime’ belligeranza”. Vale la pena ricordare che in ogni caso, al culmine dell’era industriale, quando Germania e Francia superavano abbondantemente il 65% del pil in attivita’ industriali, l’Italia non raggingeva il 50%. Oggi, e lo dico con maggior forza, questo puo’ essere un VANTAGGIO, infatti abbiamo una classe operaia meno specializzata ed agguerrita, che si puo’ indirizzare ad altre attivita’ con meno traumi sociali e scontri di classe……. Buon Anno
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29/12/2009 09:23 – antobota
la mettiamo cosi’… cina 2010 il grande crollo… europa 2010 banche e paesi come regno unito, spagna, irlanda, grecia, austria, est ecc… in serie difficolta’… ma serie… banche americane ancora in serissime ma serissime difficolta’, parte seconda subprime… e Italia che a parte le statistiche sta meglio di altri… e lo sapete perche’?? per il risparmio di una parte del nostro tessuto sociale… inoltre questa ricchezza e’ derivata dall’incremento stupefacente del mercato immobiliare dal 1980 al 2006…. chi aveva proprieta’ immobiliari ora e’ un gran signore e puo’ campare per 10 generazioni alla grande… quindi chi ha comprato ora e’ un gran stupido…. questa e’ l’italia, non ci fate niente a scrivere a direzionare per le banche trading sui btp ecc… questo e’ il nostro grande paese!! ciao..ciao!!
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29/12/2009 08:51 – salacorse
Vedo intorno a me molti che si danno da fare, che si ingegnano per non arrendersi. Ma quali sono gli ostacoli che si trovano innanzi? Intanto per cominciare la burocrazia comunale e il Sindaco, che negano, ritardano, promettono e non mantengono. Poi le leggi provinciali e regionali, scritte da chi non ha mai lavorato e da dietro la scrivania ci insegna come dobbiamo operare. Seguono quelle leggi emesse dal parlamento in ossequio alle dierttive europee, che si rivelano vere nemiche dei cittadini e della nazione. Infine e PRINCIPALMENTE le banche, enti sovranazionali che perseguono i loro profitti, negando anche a chi è già avviato nel mercato ed ha gli ordini nel cassetto, i capitali necessari per aggiornarsi, ingrandirsi, o semplicemente acquistare le materie prime. Vedrete che nel 2010 cercheranno di farsi salvare con i nostri denari da nuove speculazioni disastrose. Per parte mia ho acceso un grosso cero a S.Antonio. Non ci resta che sperare.
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27/12/2009 01:05 – lordby
Bhè c’è ancora chi si meraviglia? Sono anni che ormai ho intuito questo evento…. e non sono un mago. I prodotti italiani sono di qualità e rispettano le norme ma purtroppo sono cari e subiscono la concorrenza asiatica. QUINDI NIENTE DI NUOVO E NON MERAVIGLIATEVI DI CIò. Come ho già più volte detto anche qui in WSI, l’europa impone alle aziende europee normative e strutture adeguate onerose oltre poi al sistema fiscale ancor più oppressivo, di contro permette l’import di prodotti asiatici senza nessun dazio, che assolutamente non rispettano nessuna delle normative di sicurezza e ambiente che impone alle aziende europee. Inoltre la prova di tutto ciò l’abbiamo avuta a Copenaghen, la Cina ha praticamente dichiarato che non accetterà nessun vincolo sull’inquinamento, cioè? Noi imprese italiane ed europee non possiamo inquinare e loro si’? E poi vendono i prodotti a basso costo senza neanche preoccuparsi dei requisiti di tutela della salute e ci fanno pure concorrenza, costringendo molte nostre aziende alla chiusura. Perciò se la nostra produzione cala non MERAVIGLATEVI. Infine quella del confronto con la Francia e la Germania è una vera bufala poichè anche loro stanno subendo la concorrenza asiatica, ma forse fa COMODO a qualcuno far credere che sia solo la produzione italiana a calare.
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27/12/2009 12:52 – Humus74
lordby – pienamente d’accordo con Lei. Su, su, dopo questi provocanti post, mi aspetto ora da parte di qualke lettore ke la colpa è solo di Silvio, giusto ? ho indovinato ? come mai non rispondete ? siete in vacanza a sciare ? proprio su Report (ed è di sinistra, ho detto tutto) mesi fa avevo visto un documentario sul fallimento di una delle tante aziende nel Veneto, x colpa dei prezzi stracciati dei cinesi. Poi, i cinesi, quando spendono, lo fanno sempre all’interno delle loro comunità x mantenere il loro dominio sul mondo intero. E piu’ verranno stranieri in Italia e meno lavoro ci sarà x noi italiani. Noi italiani saremo destinati ad estinguerci x sempre se non applicheremo una bella e dura politica nazionalista.
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27/12/2009 15:52 – skipper59
No, caro Humus74, Silvio ha tante colpe (e per quelle colpe VERE dovrebbe farsi processare) ma in questo proprio non ha colpa. Comunque mi fa piacere che guardi Report, così qualche notizia vera la apprende anche lei, dopo tutte quelle altre farlocche che si vedono nelle varie TV filogovernative.
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27/12/2009 16:30 – giorginosoros
scusate lordby e Humus74, ma forse non avete letto bene l’articolo. Il titolo fa impressione, non ho mai visto in nessun rapporto economico una descrizione basata sull’arretramento della produttivita’ di 100 trimestri, siamo in un baratro vuol dire che l’Italia e’ andata indietro ai liveli di 300 mesi fa, e’ pazzesco. Il dato e’ affidabile perche’ e’ della Banca d’Italia (non mi venite a dire adesso stupidaggini su Draghi, la GS e il disegno cospirazionista per favore…). Ora Humus74, senza fare nomi, ok, ma secondo te non e’ un problema “politico” e di chi sta alla guida dell’auto Italia, in questo momento e negli ultimi 15 anni? Diciamo adesso concentriamoci su Tremonti, via, senza parlare del suo datore di lavoro. Ma le responsabilita’ del ministero dell’Economia sono gravissime: la recessione e’ uguale per tutti i paesi europei, il sistema bancario e’ lo stesso, piu’ o meno, pero’ Francia e Germania, i nostri competitor perche’ vendono in euro all’estero le stesse cose identiche che vendiamo noi italiani col nostro made in Italy (forse meno moda), sono arretrate in produttivita’ di 12 e 13 trimestri, noi di 100 trimestri!!!!!!. Il ragionier Giulio Tremonti che dice? Tace, ovviamente, sara’ a sciare pensando la sera davanti al camino acceso dove saremmo senza gli 80 miliardi dell’indegno scudo fiscale pro-evasori e pro-riciclatori di denaro sporco che ha dovuto inventarsi, come gli abili prestigiatori svelti di mano…
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27/12/2009 18:32 – Dubbioso
In realtà, proprio leggendo il documento delle Banca d’Italia (occasional paper Nr. 58), la cui analisi è incentrata sul picco negativo della crisi, si nota che la contrazione sia a livello di PIL (-6,5) e la contrazione industriale 2008-9 (-23,9%) è sostanzialmente in linea con l’andamento della Germania. A differenza delle altre nazioni europee, l’arretramento in “numero di trimestri” (38 per il PIL, 92 per la produzione industriale contro i 13 e 38 della Germania – vedere tav. 2 a pag.10) é dovuto al modesto sviluppo dell’ultimo quarto di secolo, cioè un problema strutturale. Altri problemi strutturali si evidenziano dalla contrazione dell’export. Di contro la Francia é il Paese che ha subito una minor flessione. Anche i dati positivi, che per fortuna iniziano a vedersi timidamente, andranno sempre rapportati al livello da cui inizia la risalita. Questo dovrebbe indurre i più saggi a moderare la portata delle notizie positive. Il problema è politico, non nel nostro italico senso di partigianeria partitica rissosa ed inconcludente, bensì di “politiche di sviluppo economico”. Prima e seconda repubblica, governi di centrosinistra e di centrodestra, che si sono alternati con attori e coalizioni diverse, hanno tutti fallito nel creare in Italia un clima favorevole allo sviluppo economico, facendoci fare i gamberi rispetto agli altri maggiori Paesi europei. Mi sembra che ci sia molto da riflettere sulla drammatizzazione della politica che aiuta a nascondere i problemi reali, a non fare cose indispensabili (a partire dall’energia e dalle comunicazioni), a mantenere caste privilegiate ed a creare invece ostacoli a tutto, pur di non ammodernare la società.
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27/12/2009 18:47 – skipper59
giorginosoros D’accordo con te, anzichè parlare di sinistrorsi e destrorsi questo finalmente è un discorso serio. Mi sa comunque che dobbiamo cominciare a preoccuparci davvero.
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27/12/2009 20:12 – lordby
Non va tralasciato il fatto che oltre alla concorrenza internazionale le comunità cinesi in Italia lavorano per il 95% a nero e non pagano un cent di tasse e poi ingenti capitali ogni giorno vengono canalizzati verso la loro patria con i classici sistemi di transfer money. Io cosa ho visto? una sinistra scandalizzata (giustamente) per lo scudo fiscale del governo e poi chiudono gli occhi su capitali italiani (dei cinesi) che senza aver dato nessun beneficio al fisco italiano volano in Cina e non li rivedremo mai più neanche con 5 scudi. CHI VUOL INTENDERE… INTENDAAAAAAA Berlusconi x l’italia è il male minore…
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28/12/2009 10:50 – adaniel
Davvero singolare il parametro scelto per il confronto – 100 trimestri e perchè non 50 o 200 o 25? – Mah… C’è il sospetto che sia stato scelto il parametro peggiore per l’Italia.
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28/12/2009 13:26 – fabio33
E’ interessante vedere come la crisi economica abbia significativamente “scombinato” le posizioni dei vari Paesi: ad esempio, nel 1995 l’Italia era uno dei paesi con un Indice di Miseria più elevato, così come nel 2000 e nel 2005 era comunque tra i paesi più in difficoltà. Le proiezioni per il 2010 sembrano invece dare l’Italia come uno dei paesi in condizioni migliori, con solo la Repubblica Ceca che tra i paesi del campione può vantare un valore stimato più basso. Ovviamanete, la ragione non è tanto in un miglioramento delle condizioni dell’Italia, quanto di un peggioramento di quelle degli altri. Si tratta però di una potenziale opportunità per il nostro Paese, se ci fosse la capacità di sfruttarla. Dipende da come si vogliono vedere le cose, mai la politica era entrata nei fatti dell’economia, ma come dire, di questi tempi tutto è possibile. In campana, c’è ripresa, e noi meglio degli altri. Date uno sguardo a questi grafici, vengono da sedi neutrali, anzi, nel passato addirittura contrari Moody’s, ma oggi è costretto a fotografare la verità. Osservare lo scatto che ha prodotto l’Italia su tutti gli altri paesi che precedentemente stavano meglio messi. Fatti non chiacchere. link 1 link 2
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28/12/2009 14:25 – giorginosoros
caro fabio33, bene i link, ma se ti leggessi il rapporto della Banca d’Italia in pdf e ci dessi una tua illuminata opinione in merito….. Fatti e non parole, per voi del PDL. adaniel: ti metti sul palcoscenico da solo (anche tu PDL, si direbbe) scrivendo: “Davvero singolare il parametro scelto per il confronto – 100 trimestri e perchè non 50 o 200 o 25? – Mah” ——- Gia’ perche’, adaniel? Chiediti anche: Perche’ il termometro oggi misura 10 gradi Celsius? Perche’ il risultato di Juventus-Catania e’ stato 1-2? Perche’ i giorni dell’anno solare sono 365 e ogni 4 anni 366? Perche’ la velocita’ della luce è pari a 299.792.458 metri al secondo? ehhh “Davvero singolari i parametri scelti per il confronto”!!!!!!!!!!!!!
>>>> continua