*Marc Faber e’ nato a Zurigo, ma dal
1973 vive tra Hong Kong
e Thailandia. In Oriente
ha fondato la Marc Faber
Limited. È editore del
report mensile “The
Gloom, Boom & Doom”,
dove mette in pratica la
sua filosofia “contrarian”
scovando opportunità
che definisce inusuali. Il contenuto di questo scritto esprime il pensiero dell’ autore e non necessariamente rappresenta la linea editoriale di Wall Street Italia, che rimane autonoma e indipendente.
(WSI) – Molti commentatori la scorsa settimana sono rimasti un po’ sorpresi e anche un po’ delusi perché la Federal Reserve non ha attenuato il rigore della politica monetaria e nemmeno ha lasciato presagire un suo prossimo allentamento. Secondo me questi signori si abbandonano solo a fantasie se sperano in un imminente taglio dei tassi d’interesse.
Prima di tutto Ben Bernanke deve pensare alla sua carriera. Il numero uno della Fed è consapevole della difficile situazione che si trova a fronteggiare. Se sotto il suo mandato l’inflazione dovesse sfuggire di mano, verrebbe aspramente criticato e additato come unico responsabile. Diversamente, se dovesse verificarsi una recessione, gli osservatori di tutto il mondo addosserebbero la colpa al suo predecessore, Alan Greenspan.
IL RUOLO DELLA FED. In effetti è stato proprio Greenspan a porre le basi della crisi e a creare la bolla del settore immobiliare, inondando l’America di liquidità. Perciò, da un punto di vista del curriculum e della reputazione personale, Bernanke mostrerà una certa resistenza a ridurre il costo del denaro. Insomma, se dovrà scegliere fra recessione e inflazione, il governatore propenderà per la recessione, in quanto, in tal caso, potrà sempre opinare che il «misfatto» non è a lui ascrivibile. Per tale ragione, dubito che assisteremo a un crollo….
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