Economia

Coldiretti, inverno appena concluso al quinto posto tra i più caldi nel mondo

Questa notizia è stata scritta più di un anno fa old news

(Teleborsa) – L’inverno 2010 che si è appena concluso si classifica a livello mondiale al quinto posto tra i piu’ caldi a partire dal 1880, quando sono iniziate le rilevazioni, per la temperatura combinata della terra e degli oceani a livello globale. E’ quanto afferma la Coldiretti in occasione della giornata mondiale dell’acqua sulla base delle rilevazioni del National Ocean and Atmospheric Administration degli Stati Uniti (NOAA) dalle quali si evidenzia una temperatura media nel trimestre invernale di 12,7 gradi celsius di 0,57 gradi superiore alla media del ventesimo secolo. In Italia tuttavia – sottolinea la Coldiretti – dovrebbe essere scongiurato il rischio della siccità estiva dopo la straordinaria caduta della pioggia e della neve dell’inverno 2010 che si posiziona al secondo posto, dopo quello dello scorso anno, nella classifica dei piu’ piovosi degli ultimi 30 anni, sulla base dei dati dell’Istituto di Scienze dell’atmosfera e del clima (Isac). Dal punto di vista agronomico la caduta della neve e della pioggia servono per ripristinare le scorte idriche nel terreno che le coltivazioni utilizzano per la crescita nel periodo primaverile ed invernale. Le precipitazioni devono avvenire – sottolinea la Coldiretti – in modo costante e durare nel tempo, mentre i forti temporali, soprattutto se si manifestano con precipitazioni intense, rischiano di provocare danni poiché i terreni non riescono ad assorbire l’acqua che cade violentemente e tende ad allontanarsi per scorrimento. Una situazione che – conclude la Coldiretti – si è purtroppo verificata spesso durante l’inverno durante il quale si è registrato un pesante bilancio di frane e smottamenti sul territorio nazionale dove sono ci sono 5.581 comuni, il 70 per cento del totale, a rischio idrogeologico dei quali 1.700 sono a rischio frana e 1.285 a rischio di alluvione, mentre 2.596 sono a rischio per entrambe le calamità.