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(WSI) – Il dollaro debole, complice il periodo prenatalizio, sta dando alla testa degli europei che sempre più numerosi volano verso gli Stati Uniti per comperare di tutto un po’: dagli iPod ai diamanti. La ragione dello shopping compulsivo sta negli ultimi dati relativi al cambio euro-dollaro e dollaro-sterlina.
Quest’ultima, venerdì scorso, veniva scambiata addirittura a 1,98 dollari, un cambio che non si ripeteva dal lontano 1992. Tradotto in soldoni significa che il lettore musicale di casa Apple negli Usa, nella versione da 80 gigabyte, costa 350 dollari mentre nel Regno Unito è necessario sborsare 350 sterline (l’equivalente di 693 dollari). Lunedì scorso, invece, l’euro ha toccato i massimi nei confronti del biglietto verde con un euro che valeva ben 1,3367 dollari (+12,5% da inizio anno).
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Persino le compagnie aeree sono soggette alle oscillazioni delle valute. La Virgin Atlantic, per esempio, ha registrato il 20% di richieste in più rispetto all’anno precedente nella tratta Londra-New York. «Anche se si parla di oscillazioni di pochi centesimi – commentano dalla società fondata dal miliardario Richard Branson – il momento è cruciale, visto che siamo vicini alla fatidica soglia dei 2 dollari per sterlina e di 1,35 per euro».
Traguardi che potrebbero essere superati presto se, come tutti si aspettano, la Bce alzerà i tassi d’interesse mentre la Fed pensa di tagliare il costo del denaro. E per chi non può volare c’è sempre lo shopping online.
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