Mercati

Cohen (Goldman Sachs): piccoli investitori in fuga da azionario

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New York – La paura per lo stato di salute dell’economia Usa si sta tramutando in una vera e propria avversione verso i titoli azionari e ci vorrà del tempo, prima che gli investitori retail, ovvero i piccoli investitori, tornino a Wall Street. Parola di Abby Joseph Cohen, direttore generale dell’Istituto dei mercati globali e strategist senior per gli investimento presso Goldman Sachs.

“Il fattore principale è che l’economia sta attraversando un momento molto difficile, una fase in cui i cittadini sono ancora molto preoccupati di perdere il proprio posto di lavoro, e guardano con timore al ritmo molto lento della ripresa dell’attività economica qui negli Stati Uniti e alle recessioni in corso in altre aree – ha detto, nel corso di una intervista rilasciata nel programma “Street Signs”, andata in onda sul canale televisivo Cnbc. Il risultato è che gli “investitori sono piuttosto nervosi sul mercato azionario”.

Questo, nonostante l’economia stessa degli Stati Uniti sia in una fase di “decelerazione” ma “certamente non di recessione”, con una crescita che si attesta in un range compreso tra il 2% e il 2,5%. In questa situazione, “uno dei fattori che rialimenterà la fiducia, ritengo, non sarà solo la performance di un mercato azionario che riuscirà a sostenersi – e infatti siamo a un livello doppio rispetto ai minimi testati – ma ci vorrà anche un miglioramento dell’economia”.

Cohen sottolinea che “l’economia ha subito uno shock enorme (facendo rifermento anche alle crisi degli anni precedenti) – Guardando alle vendite al dettaglio, ai risparmi delle persone, a cosa è accaduto ai loro posti di lavoro, possiamo dire che ci vorrà molto tempo per una ripresa”.

I numeri parlano chiaro: nella settimana terminata lo scorso 27 aprile, i fondi azionari hanno assistito a flussi in entrata pari a $927 milioni – in realtà meglio delle attese: ma l’ammontare è davvero poca cosa se si fa il paragone con i flussi in entrata nei mercati obbligazioni, pari a quasi 5,7 miliardi di dollari, stando ai dati dell’Investment Company Institute.

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