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CIRIO: VARIANTE TURCA E COLPO
DI SCENA

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Sul risanamento della Cirio e della Lazio potrebbe rientrare a sorpresa Sergio Cragnotti, con la sua Cragnotti & Partners Capital e con la maggioranza delle azioni ancora in suo possesso nella Cirio Finanziaria e nella controllante Cirio Holding.

Oggi la scatola a monte dell’ex impero del finanziere romano ha comunicato di aver siglato una lettera di intenti con il gruppo turco Cukurova, sconosciuto alla maggior parte degli osservatori e degli esperti di mercato, per la costituzione di una Newco, partecipata in maggioranza dallo stesso gruppo turco, che secondo quanto si apprende, potrebbe investire 300 milioni di euro.

La Cukurowa è una conglomerata con un fatturato non consolidato a fine dicembre del 2002 pari a 5,2 miliardi di dollari. Il partner ‘ottomano’ si propone di ristrutturare il totale dei debiti Cirio, sostenendone anche “il rilancio delle attività produttive e commerciali nazionali e internazionali” fa sapere la Cragnotti & Partner.

La lettera arriva nel pieno del tentativo di salvataggio del gruppo proposto dal nuovo management: se non complica le cose certamente rende ancora incerta una via di uscita già definita. Gli obbligazionisti si riuniranno quasi certamente il 23 luglio nelle assemblee destinate ad approvare il piano del nuovo management di Via Valenziani. E’ da scartare infatti l’eventualità di una convocazione in prima già l’8 luglio.

Questa soluzione non sorprende, perché la possibilità di raggiungere un quorum del 75% già al primo tentativo era in pratica già stata data come altamente improbabile. La lettera di intenti prevede l’immissione di nuove risorse finanziarie da parte del nuovo partner al fine di agevolare la definizione degli accordi con i detentori dei bond e le banche, ed è subordinato all’accettazione da parte di questi ultimi.

In sostanza i turchi e Cragnotti si apprestano a presentare agli obbligazionisti un piano alternativo meno oneroso, attraverso un’offerta sui titoli (potrebbe essere chiesta la rinuncia al 50%, un pagamento cash del 30% e azioni per la quota residua), ma fonti della società, pur non commentando l’ipotesi turca avvertono che i soldi “devono essere reali. Bisogna vedere prima questi soldi”. Anche se “c’é la possibilità di esaminare il piano”, che comunque non è stato ancora presentato alla società, perché “l’obiettivo principale è quello di tutelare gli obbligazionisti”.

L’ex patron biancoceleste apporterebbe nella Newco le proprie partecipazioni. Nessun cda, avvertono invece fonti della società, risulta convocato a breve per l’esame di un piano alternativo. Insomma adesso una nuova variante entra nella strategia di ristrutturazione del gruppo, mentre il tempo inizia a segnare il countdown per la salvezza anche perché la prossima assemblea della Cirio Finanziaria (29 luglio in seconda convocazione, 7 agosto in terza) ha all’ordine del giorno sia l’approvazione della ristrutturazione sia il fallimento del gruppo.

La decisione degli obbligazionisti resta quindi fondamentale, così come la posizione delle banche, impegnate, dopo una lunga maratona prima dell’ok definitivo, al fianco del nuovo vertice Cirio. Intanto se le azioni della Cirio chiudono la seduta di Borsa in rialzo, dopo l’annuncio di Cragnotti, la Lazio fa i botti per il secondo giorno consecutivo. Sospesi per tutta la seduta per eccesso di rialzo, dopo che già alla vigilia erano rimasti fuori dalle contrattazioni senza riuscire a rientrare, i titoli della squadra allenata da Roberto Mancini hanno segnato un rialzo del 90,58% a 0,174 euro. Sono stati scambiati 513 mila pezzi (1,6 milioni la media giornaliera mensile).

Da ieri è partito l’aumento di capitale per il salvataggio del club biancoceleste, ma non è chiaro fra gli operatori quali siano le ragioni che hanno messo in tensione il titolo. Non si può però escludere un’influenza dell’ipotesi di accordo tra l’ex presidente e i turchi. Tra gli asset in mano a Cragnotti c’é sempre la disponibilità delle opzioni sul 15% della società biancoceleste di cui il finanziere è in possesso.