Oltre seimila operatori professionisti tra importatori, buyers, enotecari e ristoratori cinesi interessati alle degustazioni di vino e alle preparazioni di cibo italiani: è il risultato dell’ottava edizione di Vinitaly China e Cibus 2006, svoltasi a Shanghai dal 23 al 25 novembre scorsi, che segue la prima fiera Vinitaly Japan, svoltasi il 21 novembre scorso a Tokyo. La fiera del Food&Wine italiani, frutto del lavoro svolto da Veronafiere fin dal 1998 e già leader mondiale con l’edizione annuale di primavera, conosce così il suo riferimento per l’Asia. La rassegna del 2006 è inaugurata dal ministro per le Politiche agricole, alimentari e forestali, Paolo De Castro, in presenza di 200 aziende sancito la prima realizzazione dell’accordo siglato con Fiera di Parma per creare, insieme con Cibus e in partnership con Buonitalia, un sistema integrato la promozione all’estero del Food&Wine italiano. Ice, Federalimentare, Coldiretti, Fedagri, Regione Veneto e Regione Emilia-Romagna assicurano, inoltre, la loro collaborazione. Veronafiere, con Vinitaly China, realizza così l’obiettivo di creare un sistema integrato per la promozione all’estero della cultura e del business del made in Italy alimentare. “La prima tappa di Vinitaly Japan a Tokyo, le iniziative consolidate di Vinitaly Us Tour e Vinitaly Russia e India, costituiscono una realtà concreta per il sistema imprese del nostro Paese”, commenta il presidente di Veronafiere, Luigi Castelletti. Parole rimarcate anche da De Castro, all’apertura di Vinitaly China e Cibus 2006, evidenziando come “tale collaborazione eviti la proliferazione di eventi fieristici e di promozione, proponendosi come un modello organizzativo vincente per l’esportazione del settore alimentare italiano”. E se le proiezioni al 2010 dicono che la Cina diventerà il primo mercato di consumo di vino del mondo, intanto Vinitaly si gode un primato “costruito – secondo il direttore generale di Veronafiere, Giovanni Mantovani – in lunghi anni di attività e che quest’anno ha registrato dati importanti per il settore: un aumento del 100 per cento delle vendite di vino in un solo anno che raggiungerà, a fine 2006, i 10 milioni di euro, mentre i consumi sono passati, dal 2004 ad oggi, da uno storico e statico 0,3 a 1,15 litri pro capite. Il 40 per cento dei consumi – spiega ancora Mantovani- passa dai canali della ristorazione, del wine bar e delle discoteche e il vino rappresenta, per i giovani dai 25 ai 35 anni, una moda che sta avvincendo e affascinando, grazie alla cultura che sa esprimere”. Oltre alle Regioni Veneto ed Emilia-Romagna, prendono parte all’iniziativa in Cina altre importanti istituzioni: Ersac, Ente regionale di sviluppo agricolo della Campania, il Consorzio valorizzazione del primitivo, l’Istituto regionale della vite e del vino dellailia, l’Istituto del vino italiano di qualità, Grandi marchi e la Regione Abruzzo. Attraverso la patnership con Cibus Parma, invece, è possibile proporre, durante i giorni di fiera, la cultura del prodotto, della cucina e del gusto dei prodotti made in Italy: con gli ingredienti delle MasterClasses, l’Alma, Scuola internazionale di cucina italiana, cattura l’attenzione dei ristoratori cinesi presenti alla rassegna.
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