La Cina a l’Asean, l’Associazione dei Paesi del Sud-Est asiatico siglano un’intesa domenica scorsa, impegnandosi ad aprire alcuni servizi chiave, in vista della creazione della più grande area di libero scambio del mondo. Lo rivela il Financial Times, secondo il quale l’accordo, che entrerà in vigore nel prossimo mese di luglio, è firmato durante un incontro tra il premier cinese, Wen Jiabao, e dieci leader dell’Asean, in vista del vertice regionale dell’associazione che si terrà a Cebu nelle Filippine. Nel corso di una altro vertice 18 mesi fa Cina e Asean siglano un accordo per creare un’area di libero scambio commerciale su oltre settemila prodotti. Il nuovo accordo, che riguarda settori come le banche, gli immobili, la sanità, l’impiantistica, la scuola, i trasporti e l’edilizia, è un altro passo verso la creazione di un’area di libero scambio tra la Cina e l’Asean, che nascerà entro il 2015 e metterà insieme 1,2 milioni di cinesi e 500 milioni di cittadini dei Paesi del Sud-Est asiatico. L’intesa segna la crescente influenza cinese nella regione. L’intesa prevede accordi anche per quanto riguarda la sicurezza delle forniture energetiche nella regione e precede il vertice ufficiale dell’Asean che si terrà a Cebu nelle Filippine. L’accordo sulla sicurezza energetica prevede l’apertura dei mercati, la riduzione dei consumi di carburanti di origine fossile e il taglio delle emissioni di gas serra. Intanto la Cina attrae l’anno scorso investimenti diretti esteri per l’importo record di 63 miliardi di dollari, in rialzo di 5 per cento rispetto al 2005. Lo dichiara il ministro per il Commercio, Bo Xilai, secondo l’agenzia stampa ufficiale Xinhua. Sul singolo mese di dicembre non è diffuso alcun dato, la statistica relativa ai primi undici mesi dell’anno parla però di 54,26 miliardi e questo corrisponderebbe a circa 8,74 miliardi per l’ultimo mese dell’anno. Nell’intero 2005 gli investimenti diretti esteri verso la Cina totalizzano 60,33 miliardi di dollari, in leggero calo rispetto al record 2004 di 60,5 miliardi. Xinhua non spiega come è elaborata la variazione percentuale per lo scorso anno, dal momento che il totale di 60,3 miliardi di cui si parla rappresenta un incremento di 4,43 per cento sul 2005. I dati del ministero non comprendono gli investimenti esteri nel settore finanziario. Sempre secondo Xinhua, il ministro Bo parla inoltre di un rialzo di 32 per cento degli investimenti esteri da parte delle società cinesi, che raggiungono l’anno scorso 16,1 miliardi. Puntando a stimolare il deflusso di capitali per allentare la pressione sul cambio dello yuan, Pechino incoraggia le imprese cinesi a investire all’estero in modo da garantirsi risorse, affermare il marchio e conquistare quote di mercato.
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