Roma – I timori si sono rivelati infondati. Sin da inizio anno, le più grosse banche di investimento consigliavano di stare lontani dal mercato cinese, per il problema di una crescente inflazione. Ma le politiche adottate da Pechino hanno portato risultati inaspettati. Non solo la crescita dei prezzi sembra essere tornata sotto controllo, ma l’attività produttiva del paese non sembra averne sofferto, con l’indice dell’attività manifatturiera in rialzo a marzo.
E il mercato ne ha beneficiato. Nel trimestre gennaio marzo, lo Shanghai Composite Index è riuscito a battere i principali mercati asiatici e altre grandi economie con cui compete direttamente per il titolo di miglior mercato emergente, come Brasile e India (dei BRIC solo la Russia ha fatto meglio, +7,4%). Un bel cambiamento di direzione, dopo il tonfo del 14% nel 2010. E nemmeno nella giornata di oggi l’indice di Shanghai ha deluso, chiudendo a 2967,41 punti (+1,34%).
I timori iniziarono alla fine del 2010, quando l’indice dei prezzi al consumo registrò una variazione del 5,1% a novembre e valori altrettanto alti nei mesi successivi, 4,9% a gennaio e a febbraio, valori che sforavano l’inflazione target stabilita dalla banca centrale, del 4%.
Gli investitori avevano dunque iniziato a temere interventi eccessivi da parte della banca centrale, che nel tentativo di controllare la crescita dei prezzi, avrebbe adottato una serie di strette monetarie. E così fece, per la precisione tre volte con il costo del denaro dallo scorso ottobre, attualmente al 6,06% e in parallelo, nove volte con i requisiti di riserva dall’inizio del 2010.
Ora lo scenario sembra più chiaro e si iniziano a vedere i primi effetti. Effetti che sembrano positivi. Ad ora, le politiche monetarie restrittive non sembrano aver danneggiato il settore produttivo e l’azionario ne ha risentito in maniera positiva, dopo i timori iniziali. Gli utili dovrebbero crescere in media del 25% nel 2011, secondo un report di Citic Securities, dopo aver registrato un aumento del 32% lo scorso anno.
Inoltre: “L’inflazione dovrebbe tornare ai valori normali già verso la metà dell’anno”, ha detto Mark Konyn, chief executive officer di RCM, intervistato da Bloomberg. E non è l’unico a pensarla in questa maniera. Anche Pauline Dan, chief investment officer di Samsung Asset Management, si dice ottimista: “Al momento siamo bullish sulla Cina, visto che la situazione sembra sotto controllo e le strette monetarie dovrebbero avvenire con minore intensità”.