In Cina sta per concludersi l’era della agevolazioni fiscali alle imprese straniere. Pechino annuncia che intende procedere ad una razionalizzazione delle sistema con cui la pressione fiscale a carico di queste ultime salirà al 25 per cento dal 15 per cento circa, attualmente in vigore, secondo le autorità.
Complessivamente il ministero delle finanze del Dragone conta di ricavare dalla riforma un aumento da 5,5 miliardi di dollari a favore delle entrate annue, ma non prevede che questa intaccherà il forte livello degli investimenti dall’estero.
“Ritengo che l’elevata redditività di cui godono le imprese straniere in Cina non verrà intaccata”, ha affermato il ministro delle Finanze, Jin Renqing, durante una conferenza stampa. “E gli investimenti dall’estero – aggiunge – non saranno a loro volta intaccatti”. Se approvata, e in Cina contrasti governo-parlamento sono quantomai improbabili, la riforma entrerà in vigore dal primo gennaio del 2008.
Si concluderebbero così circa 30 anni di agevolazioni fiscali a favore delle imprese straniere, che si stima abbiano contribuito ad attirare investimenti diretti per circa 700 miliardi di dollari. Il passaggio sarà graduale, spalmato nell’arco di un quinquennio e contestulamente all’incremento delle entrate fiscali dalle imprese straniere si registrerà un calo da 12,5 miliardi di dollari su quelle che arrivano dalle imprese cinesi, ha precisato il ministro. Sono state proprio le proteste di queste ultime a determinare la decisione di procedere alla riforma.