(WSI)-Ieri mattina siamo partiti con molta adrenalina sui mercati. L’agenzia di rating S&P ha infatti tagliato il rating sul merito creditizio del Giappone, portandolo dal già poco buono (rispetto alle altre potenze economiche mondiali) AA ad AA-. La reazione del mercato è coincisa con una vendita generalizzata di yen, che hanno fatto salire in pochissimi minuti il UsdJpy sopra 83 figura, per poi tornare all’interno del range che osserviamo da tempo e rimanerci per tutta la giornata.
La reazione cui abbiamo assistito ci sembra consona alla situazione e alle aspettative di mercato, in quanto tutti sappiamo come il Paese del Sol Levante si trovi in difficoltà, ed un sell off persistente di yen ci sarebbe sembrato eccessivo, in quanto il taglio del rating, a nostro parere, non cambia moltissimo la situazione.
Nel pomeriggio invece c’è stata la pubblicazione di alcuni dati Usa che non hanno portato buone novità. Dopo il meeting della Fed, che ha evidenziato, se mai ce ne fosse ancora bisogno, come l’America si trovi in difficoltà per quanto concerne la ripresa, sono state pubblicate le rilevazioni sugli ordini di beni durevoli, che hanno fatto segnare un poco promettente -2.5%, contro aspettative di +1.5% ed un precedente -0.1%.
Questo dato risulta molto importante ai fini della valutazione dell’andamento dello stato di salute dell’industria americana, in quanto molte aziende lavorano su ordinazione, e quello che dovremo cercare di fare sarà capire se questa brutta rilevazione è stata dovuta a fattori stagionali o meno (non dimentichiamoci che nell’ultimo mese, il brutto tempo ha fatto la sua parte anche in America).
Un altro dato preoccupante riguarda le richieste di sussidi di disoccupazione, salite di 51 mila unità rispetto alla settimana precedente, facendo arrivare così il numero di persone che stanno chiedendo aiuto a 3.991.000. E c’è già chi grida aiuto pensando alla stagflazione. Siamo del parere che eccessivi allarmismi siano soltanto controproducenti.
Si leggono analisi che arrivano da tutte le parti del mondo dove, un giorno sembra che tutti i problemi siano passati, e dove il giorno dopo sembra che il mondo stia per finire. Le opinioni dei diversi analisti sono sempre più variegate e distanti tra di loro, e questo è soltanto destabilizzante per il mercato che molto probabilmente si muoverà ancora sulla falsa riga dell’avversione al rischio. Lasciando da parte un attimo la sfera di cristallo, vorremmo concentrarci su qualcosa di più concreto che, a nostro avviso, risulta essere importante per capire i movimenti dell’euro.
UsdJpy – grafico 240 minuti
Nelle scorse settimane abbiamo assistito a forti acquisti della moneta unica da parte della Cina. Oltre a questi, ci sono stati anche acquisti di bond. Bene, le motivazioni alla base di queste azioni sono due: la prima risiede nel fatto che l’Europa rappresenta un ottimo partner commerciale per l’Asia, ed essa è disposta ad esporsi sul mercato per dare stabilità e fiducia, in modo tale da salvaguardare i rapporti di cambio; la seconda è da ricercarsi nel fatto che comunque sta avvenendo, lentamente, una diversificazione delle riserve valutarie, che per ora vedono Cina e Russia in testa alla classifica (parte dei dollari vengono convertite in euro), in attesa di avere idee più chiare sull’andamento economico generale.
Un ultimo fatto degno di nota, prima di passare all’analisi tecnica che conclude la nostra settimana, arriva sempre dalla Cina che è sempre più in grado di attirare le attenzioni degli investitori. Ebbene, tramite la filiale americana della People Bank of China, sarà possibile per gli investitori americani speculare sullo yuan, chiaramente con delle limitazioni legate alla fascia di oscillazione giornaliera tollerata (0.5%) e agli importi tradabili (che per ora si limitano a 4k usd al giorno).
Nonostante tutto, l’aver dato questa possibilità anche oltre oceano (ricordiamo che l’unico posto dove si poteva fare trading di questo tipo,a parte la Cina stessa, era Hong Kong), rappresenta un primo passo di apertura, soprattutto mentale, verso la libera fluttuazione del renmimbi.
Concludiamo la settimana dal punto di vista tecnico con l’ultimo appuntamento.
Iniziamo con due considerazioni su quanto ha dato modo di vedere l’euro ieri, nei confronti del dollaro: la prima è che, almeno in 4 differenti momenti è stata provata la resistenza indicata da più giorni nei pressi di 1.3750, mentre la seconda è che abbiamo trovato, grazie agli ennesimi test di ieri in giornata, un buon riferimento per continuare a seguire questo movimento di salita incominciato il 10 di gennaio scorso.
Questo è dato dall’area che si viene a creare utilizzando la media mobile a 100 periodi su grafico con candele a 4 ore e la media mobile a 21 periodi su grafico con candele a 1 ora. Appare chiaro come la tendenza mostrata dai prezzi possa continuare a considerarsi rialzista sino ad una tenuta dell’area che per le prossime ore gravita intorno a 1.3670.
Il cambio UsdJpy, dopo lo scossone di ieri mattina sembra essere rientrato nella fase di lentissima discesa mostrata le settimane passate. Successivamente infatti alla notizia del downgrade del rating del Giappone lo yen ha lasciato sul terreno una figura, avvicinandosi a quel 83.45, evidenziato da più giorni come livello chiave, senza però oltrepassarlo e ricominciando a scendere nelle ore successive. Continuiamo a considerare la resistenza, ricordata ancora una volta sopra, come il vero livello di “svolta”.
Grazie alle due situazioni tecniche appena osservate, il cambio EurJpy è riuscito a oltrepassare con evidente forza il livello di 112.70 e mettere a segno quell’esplosione di volatilità che ci attendevamo. Per continuare a seguire la trendline rialzista, che così bene sta seguendo il momento di salita da più di due settimane, il cambio per le prossime ore non deve ritornare al di sotto della resistenza dinamica posta a 112.95, più o meno coincidente con l’area di resistenza valida sino a ieri e dove sono coincisi una buona serie di massimi mostrati negli ultimi quattro giorni di scambi.
Per molto poco il cable non è riuscito a provare di nuovo la resistenza, a nostro giudizio, importante di 1.6015. Successivamente alla discesa innescatasi, nelle ultime ore è stato mostrato come il mercato senta il livello di resistenza di 1.59 figura, il livello che se rotto, crediamo possa garantire strada libera al cambio fino al ritorno alla resistenza sopra indicata di 1.6015.
Per quanto riguarda l’euro nei confronti della sterlina, vale quanto visto ieri in quanto l’area di supporto posta poco al di sotto di 0.86 figura ha funzionato bene e sino a che i prezzi non dovessero ritornarvi al di sotto l’idea rimane di continuazione del trend in atto (di rialzo in coincidenza con la ripresa della moneta unica di due settimane fa al quale la sterlina non ha potuto opporre resistenza per le notizie macro di cui abbiamo ampiamente parlato).
La rottura di 1.2945 ieri, stiamo parlando di EurChf, ha portato un movimento in salita, anche se a dirla tutta gli obiettivi sembravano essere posizionati a livelli ben più ambiziosi. Crediamo che una tenuta di 1.2945, il livello di rottura evidenziato ieri e divenuto ora livello di supporto, possa condurre davvero a un ritorno al di sopra del doppio massimo a 1.3065.
La situazione del dollaro, nei confronti del franco, risulta più stabile e tuttora all’interno di un preciso movimento ribassista. Sembra ancora che possa risultare interessante il livello di resistenza di 0.9480 (mostrato da una coincidenza di massimi e indicato dalle percentuali di ritracciamento di Fibonacci come ultimo livello oltre il quale attendersi un ritorno a 0.93 figura).
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