La locomotiva cinese continua la sua corsa a un ritmo indiavolato: il Pil cresce nel 2006, secondo i dati diffusi ieri dall’Ufficio Centrale di Statistica, al tasso del 10,7 per cento, il più elevato degli ultimi undici anni. Sono quattro anni consecutivi che il tasso è superiore al 10 per cento, con gli investimenti e le esportazioni in primo piano, nonostante i tentativi del Governo di contenere l’espansione.
Di questo passo, la Cina potrebbe togliere entro il 2008 (quando ospiterà le Olimpiadi) alla Germania il titolo di terza economia più grande del mondo, dopo aver superato gli altri Paesi europei, tra cui l’Italia (nel 2005). “Il messaggio è che la crescita continua e mi sento di affermare che non rallenterà neanche quest’anno”, commenta Tim Condon, economista di Ing, che risiede a Singapore.
L’Ufficio di statistica precisa che nel quarto trimestre la crescita subisce un leggero rallentamento rispetto a quella del trimestre precedente (da 10,6 a 10,4 per cento), ma il risultato non cambia. Gli economisti ritengono che il leggero colpo di freno sia il risultato delle misure restrittive varate dalla Banca Popolare di Cina, ovvero la Banca centrale, che nel corso dell’anno aumenta per due volte i tassi di interesse e quadruplica l’ammontare dei depositi che ogni banca deve tenere presso l’Istituto di emissione. Leggero rallentamento anche per gli investimenti fissi, che crescono “soltanto” del 24 per cento, contro il 25,7 del 2005.
Xie Fuzhan, direttore dell’Ufficio di Statistica, cita questi dati per sostenere che le misure restrittive funzionano. “Siamo riusciti a evitare – sottolinea – di passare da una crescita troppo rapida a una crescita insufficiente”. Xie ricorda anche che il picco viene raggiunto nel secondo trimestre di quest’anno, che fa registrare un più 11,5 per cento.
Come dato negativo, il direttore mette in evidenza il fatto che “c’è una relazione irrazionale tra investimenti e consumi, l’abbondanza di liquidità , la difficoltà di risparmiare energia e ridurre l’inquinamento atmosferico”.
Come conseguenza della crescita del Pil, viene battuto un nuovo primato storico dallo yuan, la moneta cinese, sul dollaro statunitense a un picco di 7,7705, il livello più elevato dalla rivalutazione del luglio 2005. Il mercato sta manifestando ottimismo circa il potenziale di crescita della divisa cinese, che quest’anno potrebbe viaggiare a un ritmo più veloce rispetto al 2006, grazie al continuo susseguirsi di statistiche macroeconomiche record per il Paese asiatico.
d. r.