Corre ancora l’export cinese al punto da avvicinare a novembre il surplus record di ottobre, con la conseguenza di un inevitabile aumento delle pressioni su Pechino per la maggiore fluttuazione e rivalutazione dello yuan. Tutto questo a meno di una settimana dalla delicata visita di due giorni che il segretario al Tesoro Usa, Henry Paulson, terrà per la seconda volta in Cina da quando entra a far parte dell’Amministrazione Bush.
Gli Stati Uniti, considerando i dati aggregati fino a ottobre, hanno infatti un deficit di 116 miliardi, l’87 per cento dell’intero surplus commerciale cinese. Intanto, sulla base dei dati forniti dalla Xinhua, l’agenzia ufficiale di Pechino, l’avanzo dell’interscambio si attesta a novembre a 23,37 miliardi di dollari, in leggero calo rispetto ai 23,83 miliardi del mese precedente. Il dato porta l’avanzo da gennaio a quota 156,99 miliardi, superiore di oltre il 50 per cento ai 101,9 miliardi dello stesso periodo del 2005, a sua volta già quattro volte maggiore del surplus dell’anno del 2004. L’export sale del 27,5 per cento (a 875 miliardi), l’import del 20,5 per cento (a 718 miliardi), mentre per l’intero anno le stime dell’amministrazione doganale parlano di un incremento delle esportazioni del 27 per cento, a circa 963 miliardi, e delle importazioni del 20 per cento, a 795 miliardi.
Il contesto macroeconomico cinese si posiziona su livelli di maggiore sostenibilità , tanto che la crescita record di oltre il 10 per cento del 2006 dovrebbe produrre una rallentamento nel 2007 a circa l’8 per cento, secondo Zheng Xinli, vice direttore dell’ufficio ricerche di politica economica. Il presidente cinese, Hu Jintao, appena il 27 novembre scorso, promette comunque al presidente George W. Bush, relazioni commerciali tra i due Paesi più “bilanciate”.