La Cina sorpassa il Giappone nella graduatoria dei maggiori mercati automobilistici mondiali, segnando nel 2006 un balzo vendite di auto e furgoni del 25,1 per cento, a 7,2 milioni di unità. Il Giappone invece totalizza 5,7 milioni di unità, peraltro in leggero calo sul 2005. Il più motorizzato del mondo resta il gigante Usa, che nell’anno trascorso segna vendite a 16,5 milioni di unità, che, analogamente al Giappone, risultano tuttavia in leggero calo. La Cina è la realtà emergente del settore: la popolazione si trasforma da amante delle due ruote a patita del volante e i gruppi stranieri stanno, ingaggiando una vera lotta per primeggiare su questo promettente mercato. Per General Motors e Ford, giganti auto in crisi negli Usa, il mercato cinese è un’autentica stampella, facendo registrare crescite a doppia cifra. Ma anche le industrie cinesi del settore non dormono, anzi, incentivate dello Stato, migliorano la qualità dei prodotti fino a raddoppiare l’export nel 2006, a 300mila unità. Per il secondo anno consecutivo, inoltre, l’export supera l’import. La palma di costruttore 2006 in Cina va senz’altro a quella Chery, che sigla di recente un’alleanza nei motori con Fiat e che segna un boom di vendite del 61 per cento, a 305.200 vetture. Chery, che si posiziona lo scorso anno al quarto posto tra i maggiori produttori nazionali, vede aumentare le sue vendite di oltre 100mila unità sia nel 2005 che nel 2006. Il gruppo si distingue in particolare nell’export, mettendo a segno un balzo del 178 per cento, a 50mila unità. Ma anche gli altri grandi gruppi auto cinesi sono attivi nell’espansione internazionale e ora si accingono a lanciarsi sul mercato statunitense, dove non è difficile pronosticare che faranno presto concorrenza ai cugini giapponesi, in crescente affermazione sul mercato stelle e strisce. Changfeng, secondo maggior costruttore cinese, annuncia lo sbarco sul mercato americano entro due anni, ma potrebbe essere bruciato sui tempi dalla rivale Zx Auto, che vuole cominciare a vendere i suoi modelli sul territorio statunitense già a metà del prossimo anno. “In Cina gira denaro e la gente lo spende anche in automobili”, osserva Michael J.Dunne, vice presidente del Centro Studi di settore Jd Power & Associates. “Il Governo cinese – aggiunge – non ha inoltre fatto mistero circa le sue intenzioni di sviluppare una cultura automobilistica e dell’industria del settore”. Secondo il Centro Studi, la Cina diventerà sempre più motorizzata, sull’onda dell’impressionante boom economico registrato dal Paese negli ultimi anni e nel 2015 potrebbe superare gli Stati Uniti in testa alla classifica dei principali mercati automobilistici. “Le auto cinesi piacciono innanzitutto perché costano poco, ma sono valide anche sul piano della qualità”, osserva Gian Primo Quagliano, direttore del Centro Studi Promotor.
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