Il decreto salva-liste è solo l’ultimo, “aberrante episodio di torsione del nostro sistema democratico”. L’ex presidente della Repubblica, Carlo Azeglio Ciampi, non usa mezzi termini e, in un colloquio con ‘Repubblica’ parla di “massacro delle istituzioni”.
Secondo il senatore a vita il provvedimento varato dal governo venerdì scorso è ad alto rischio di incostituzionalità: per lui la sentenza del Tar del Lazio che ha confermato l’esclusione della lista del Pdl di Roma ” è la conferma che con quel decreto il governo fa ciò che la Costituzione gli vieta, cioè interviene su una materia di competenza delle Regioni”.
Ma soprattutto Ciampi teme conseguenze peggiori se dovesse esserci un pronunciamento di illeggitimità da parte della Consulta. “Il risultato, in teoria – osserva – sarebbe l’invalidazione dell’intero risultato elettorale. Il rischio c’è, purtroppo. C’è solo da augurarsi che il peggio non accada, perché a quel punto il Paese precipiterebbe in un caos che non oso immaginare”.
Il presidente emerito preferisce non giudicare l’operato di Napolitano. “Non mi piace mai – spiega – giudicare per periodi ipotetici dell’irrealtà. Allo stesso tempo, trovo sbagliato dire adesso ‘io avrei fatto, io avrei detto…’. Ognuno decide secondo le proprie sensibilità e secondo le necessità dettate dal momento. Napolitano ha deciso così. Ora, quel che è fatto è fatto. Lo ripeto: a questo punto è stata imboccata una strada, e speriamo solo che ci porti a un risultato positivo”.
“Io credo – afferma comunque l’ex presidente della Repubblica – che la soluzione migliore sarebbe stata quella di rinviare la data delle elezioni. Ma per fare questo sarebbe stata necessaria una volontà politica che, palesemente, nella maggioranza è mancata. Ma soprattutto io credo che sarebbe stato necessario, prima di tutto, che il governo riconoscesse pubblicamente, di fronte al Paese e al Parlamento, di aver commesso un grave errore. Sarebbe stato necessario che se ne assumesse la responsabilità, chiedendo scusa agli elettori e agli eletti. Da qui si doveva partire: a quel punto, ne sono sicuro, tutti avrebbero lavorato per risolvere il problema, e l’opposizione avrebbe dato la sua disponibilità a un accordo. Bisognava battersi a tutti i costi per questa soluzione della crisi, e inchiodare a questo percorso chi l’aveva causata. Ma purtroppo la maggioranza, ancora una volta, ha deciso di fuggire dalle sue responsabilità, e di forzare la mano”.