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CHRYSLER IN CRISI: COSTI ALTI E POCA INNOVAZIONE

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Esattamente due anni dopo l’acquisizione di Chrysler per $35 miliardi da parte di Daimler-Benz AG, i manager del gruppo di Stuttgart devono prendere in mano le redini della Chrysler per riportarla sulla strada dei profitti.

Dopo le perdite di Chrysler di $513 milioni nel terzo trimestre – e con gli analisti che predicono altre perdite nel quarto trimestre – il mercato si aspetta che i vertici del gigante automobilistico DaimlerChrysler (DCX)rimpiazzino il presidente del ramo americano, John Holden, con il tedesco Dieter Zetsche, capo del settore veicoli commerciali.

Zetsche, un ingegniere di 47 anni e probabile successore di Juergen Schrempp, dovrà riportare Chrysler in nero tagliando $2 miliardi di costi, rinnovando la linea di prodotti e riducendo il personale.

La crisi della casa che fabbrica le famose Jeep nasce dall’aumento dei costi, la mancanza di innovazione dei prodotti e la concorrenza sui camion, tra gli altri fattori.

“Il management di Chrysler – ha detto a WallStreetItalia Joe Harrigan, analista di Credit Suisse First Boston a Londra – non si è concentrato sui costi negli ultimi quattro anni come invece facevano in passato”.

Per esempio, per battere la concorrenza Chrysler ha aumentato i costi del 24% nel mese di ottobre per offrire sconti sulle sue automobili di quasi il doppio degli sconti dei rivali. Ma nonostante questi sforzi di marketing, in ottobre le vendite negli USA di Chrysler sono calate dell’ 8,4% mentre quelle di General Motors Corp sono salite e quelle di Ford Motor Co sono scese solo del 6,3%.

Un secondo fattore è la mancanza di innovazione dei prodotti.

“Hanno distolto gli occhi dalla palla – ha detto Harrigan – perdendo di vista dove stava andando il mercato e quali veicoli si sarebbero venduti di più. Sembra che negli ultimi tre o quattro anni non abbiano pensato molto ai prodotti”.

Invece i rivali, come Nissan Motor Co, Honda Motor Co e Toyota Motor Co, hanno introdotto nuovi camioncini per competere con le Jeep, camioncini e monovolume di Chrysler, riducendo la sua fetta di mercato in questo settore in ottobre a 14,5% contro il 15,7% nel ottobre 1999.

La fusione con Daimler, però, non figura tra i problemi di Chrysler, secondo Harrigan.

“Se non si fossero fusi con Daimler sarebbero in una posizione ancora peggiore”, ha detto l’analista.

Il titolo Daimlerchrysler ha perso il 36% dall’inizio dell’anno, più del 9% questa settimana e continua a calare oggi aspettando un annuncio da Stuttgart questo pomeriggio.

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