GLASGOW (WSI) – La doccia fredda è arrivata di prima mattina sul posto di lavoro. Il colosso petrolchimico britannico Ineos ha deciso di chiudere il gigantesco impianto di raffineria scozzese di Grangemouth.
Secondo David Bell, professore di Economia presso la Stirling University, è una brutta botta non solo per i lavoratori, ma anche per l’economia della Sozia. I commenti rilasciati a Reuters fanno eco alle preoccupazioni espresse in aula dai parlamentari britannici, non appena sono venuti a sapere della decisione.
Il premier scozzese Alex Salmond ha detto alla Bbc che non è pronto ad accettare la chiusura dell’impianto di raffineria, perché è semplicemente “troppo importante”.
Le trattative tra dirigenti, sindacati e politici per decidere le sorti della fabbrica vanno avanti, nel disperato tentativo di salvare i posti a rischio di circa 1.400 dipendenti.
Dopo aver lasciato la riunione dello staff, durata 20 minuti, gli operai hanno parlato ai microfoni della Bbc, definendo la decisione della dirigenza “scioccante”.
La disputa intorno al destino della fabbrica, che si trova nei pressi di Falkirk, a metà strada tra Glasgow e Edinburgo, è incominciata con il controverso trattamento di un funzionario dei sindacati ed ha toccato l’apice con la minaccia di scioperi da parte dei dipendenti.
Gli scioperi non si sono materializzati, ma il piano per la “sopravvivenza” della fabbrica proposto dall’azienda non è stato accettato dai membri del sindacato.
Ineos, che non si sa se rivedrà termini e condizioni delll’offerta, è il quarto maggiore gruppo chimico al mondo per fatturato, dietro a BASF, Dow Chemical e LyondellBasell.